Settimanale, anno 16 - n. 1
Sab, 27 Luglio 2024

Recensioni >> Bob Dylan - Together Through Life

Bob Dylan e la vecchia inarrestabile locomotiva

E' la prima volta che impiego 3 settimane per capire cosa penso di un lavoro di Bob Dylan. L'ho ascoltato all'inizio con attenzione non nascondendo l'emozione di un'opera nuova del Grande Vecchio. In seguito  ho fatto la prova della cena, ossia ho messo il cd come sottofondo mentre distribuivo sui piatti  il mio noto cinghiale al vino rosso per vedere le reazione degli astanti,  poi in cuffia in treno, poi mentre andavo a correre e infine di nuovo l'ho riascoltato sullo stereo di casa.
Ancora non avevo ben chiara la mia opinione, le mie reazioni variavano. A volte lo detestavo ma ne amavo il sound, altre volte lo amavo ma non ne riconoscevo il genio.
Durante la cena alcuni commenti sono stati "Sembra Tom Waits", "E' piacevole come sottofondo". L'ultimo test è servito per fare luce.
Rimpiangendo di non aver comprato l'LP (che contiene anche il cd) l'ascolto solitario  tramite uno stereo ha dato la giusta dimensione all'opera di Dylan.
Conclusione: (rullo di tamburi) E' un nuovo album di Bob Dylan. Adesso non mi aspetto 90 minuti di applausi. Ma sono convinto che sia un ottima intuizione. Mi spiego.   
Bob Dylan, l'artista tanto elogiato nelle performance in studio quanto odiato in quelle live, ancora una volta cambia pelle. Non c'è un album della sua carriera che possa avvicinarsi come stile all'ultimo Together Through Life, forse solo una canzone Billy,  appartenente alla colonna sonora Pat Garrett & Billy The Kid (1973), potrebbe essere contenuta in questa raccolta di nuovi brani. Questa volta Jack Frost, il produttore, che altri non è che lo stesso Dylan, ha scelto di vestire i panni del musicista mariachi  e insaporire il blues di sound tex-mex. Il suono esce come su di un vecchio vinile del Chess Records, gli studios  di Willie Dixon dove suonarono anche i Rolling Stones, la fisarmonica di David Hidalgo  (Los Lobos) fa da leitmotiv per l'intero album, più della voce di Dylan che mai come ora somiglia ad un ruggito arrugginito ("nella mia voce il sangue della terra"), sembra che il canto gli raschi via l'anima, alla chitarra c'è l'Heartbreaker Mike Campbell, versatile e veramente indispensabile,  basso e batteria sono gli stessi del Never Ending Tour (Tony Garnier e George Recile) più il debole pluristrumentista  Donnie Herron. Together Through Life è primo in classifica in America e in Inghilterra, record come il più anziano cantautore di successo. Le canzoni scritte da Dylan (Robert Hunter collabora alla scrittura di quasi tutte le liriche) sono breve e dirette, la più intensa è This Dream Of You, un valzer in 4/4, dove contrabbasso e fisarmonica accentuano il tono romantico del brano, il singolo Beyond Here Lies Nothin' potrebbe essere la colonna sonora di un viaggio verso il sud,  ad I Feel A Change Comin' On è affidato il compito di  stregare con la melodia più semplice la platea di affezionati, It's All Good  è la visione sardonica di un vecchio uomo che ne ha viste tante e crede in poche cose.
Together Through Life non è un capolavoro, non contiene una canzone come Workingman's Blue # 2 (gioiello del precedente Modern Times 2006), ma è un album compatto e unico, è il blues da ascoltare all'ombra di una palma. Parlare di anacronismi con un uomo di 68 anni suona ridicolo. Dal 1997 (dopo la manciata di grammy vinti per Time Out Of Mind) Dylan è il capo-macchina della sua locomotiva, fa ciò che vuole e i risultati gli danno ragione, non ha mai fatto la cosa più semplice, non ha mai seguito il consenso, può suonare per 100 persone come per 10.000, a lui non fa differenza, il suo messaggio è non fermarsi fino alla morte con o senza rotaie.

Massimo Bomprezzi        (17.5.09)