World in Music >> Carpisa Neapolis Festival '09
Note in viaggio
Più di 8000 persone hanno occupato la Mostra d'Oltremare per assistere alla prima serata del
Carpisa Neapolis Festival. Purtroppo i The Virgins comunicano alla
produzione che a causa di un lutto che ha colpito il cantante, questi è
costretto a prendere il primo volo per gli Usa. Una piccola delusione
per uno dei gruppi più sorprendenti di quest'anno, che però non ha inficiato il
successo della serata. Ottomila persone che si
sono fatte trasportare dal grande rock dei Marlene Kuntz. Una fantastica
esibizione quella di Godano e soci, che hanno regalato ai fan canzoni recenti e
chicche sempreverdi, tratte dall'ultimo Best of il succo di una carriera
che li ha consolidati tra i migliori gruppi rock italiani di sempre. Daniele Silvestri ha preso le redini dopo
il rock dei Marlene, mantenendo altissimo il livello dello show, libero dalla
stretta promozione di un album (ovviamente si è seguita molto la linea del Best
of "Monetine"). Silvestri come sempre è riuscito a creare subito un feeling
particolare col pubblico che lo ha seguito sempre sia che riproponesse "Me fece
mele a chepa" sia che riproponesse le note della Paranza, per non parlare del delirio su
uno dei suoi cavalli di battaglia, Cohiba. Un grande artista che - a
differenza di altri colleghi italiani - si è calato perfettamente nello spirito
festivaliero! Il sole comincia a
calare (ma non il caldo) e la Francia si avvicina. Montpellier per la precisione, il sud e il
caldo e l'elettrorock dei Rinôçérôse. La vera sorpresa della prima
serata del festival. Non conosciutissimo in Italia, il gruppo francese ha dato
vita a uno show entusiasmante, grazie a una straordinaria Patrice
"Patou" Carrié, Jean Philippe Freu, Florian Brinker, Fred Pace, ma soprattutto
grazie a Jessie Chaton, che con la sua tutina rossa ha infiammato il pubblico.
Grande show, giochi di luce e tantissima energia.
Gran preludio al
concerto dei Subsonica, che hanno trovato un pubblico più che caldo, e con il
loro solito show fatto di sonorità electro, tastiere mobili e il sudore.
Così si è chiusa la prima giornata del Festival.L'attesa del secondo
giorno è per i The Prodigy. Il loro ritorno in Italia, ma
soprattutto la loro prima data al sud Italia, ha fatto sì che arrivassero alla
Mostra d'Oltremare oltre 9000 mila persone. Fa caldissimo a Napoli e Juliette
Lewis è veramente al massimo. Disponibilissima, si capisce già dal soundcheck
la sua voglia di salire sul
palco. L'attrice hollywoodiana sfata appieno il mito della starlette viziata e
si dà anima e corpo al pubblico napoletano, che ancora non ha riempito l'area
antistante all'enorme palco. Il suo show è completamente folle, la Lewis si
scatena e rende il pubblico parte integrante dello show, tendendogli più volte
il microfono e pretendendo, quasi, che diventi il secondo cantante sul palco.
Dopo essere caduta quasi in trance, ha lasciato il posto ai Motel Connection.
Il ritorno di Samuel e soci sul palco fa da preludio agli incredibili !!! (Chk
Chk Chk). Punk, elettrofunk,
chiamatelo come volete, il gruppo californiano fa un live entusiasmante. Il
pubblico è impazzito sulle note di Louden up Now e soprattutto di Myth Takes.
La gente è sempre più numerosa, aspetta l'evento della serata, ma nel frattempo
non disdegna scatenarsi su un live veramente elettronico.
Ma sono loro che il pubblico aspetta. Per loro, soprattutto, è arrivato
pubblico da tutta Italia. I The Prodigy hanno fatto la storia della techno anni'90, sono stati
in grado di portare l'idea del rave verso un pubblico spesso anche diffidente
verso un mondo sconosciuto ai più. Prima dell'arrivo di Experience, primo album della band, sebbene sia con The Fat of the land che i The
Prodigy raggiungono il massimo. Smack my bitch up e Firestarter sono i due più
grandi successi, ripetuti ovviamente sul palco del Neapolis Festival. "World's
on Fire", tratto da "Invaders must die", è l'apertura col botto. "Breathe"
precede "Omen", singolo del gruppo, ma sono, ovviamente Smatch My Bitch up e
Firestarter che ovviamente raccolgono i maggiori consensi. Liam Howlett,
Keith Flint e Maxim, si scatenano su un pubblico in delirio. Le
strobo e i giochi di luci la fanno da protagonista nonostante le dichiarazione
della vigilia in cui il gruppo ha dichiarato di volere uno show a luci basse.
Poi "Poison", "Run", ovviamente "Invaders must die" fino a "Out of space", che chiude in bellezza. Un'ora e mezza di concerto per chiudere in
bellezza questa XIII edizione del Carpisa Neapolis Festival, che si
conferma sempre più come uno dei festival di punta del cartellone nazionale.