Settimanale, anno 17 - n. 23
Dom, 22 Dicembre 2024

World in Music >> Carpisa Neapolis Festival '09

Note in viaggio

Più di 8000 persone hanno occupato la Mostra d'Oltremare per assistere alla prima serata del Carpisa Neapolis Festival. Purtroppo i The Virgins comunicano alla produzione che a causa di un lutto che ha colpito il cantante, questi è costretto a prendere il primo volo per gli Usa. Una piccola delusione per uno dei gruppi più sorprendenti di quest'anno, che però non ha inficiato il successo della serata. Ottomila persone che si sono fatte trasportare dal grande rock dei Marlene Kuntz. Una fantastica esibizione quella di Godano e soci, che hanno regalato ai fan canzoni recenti e chicche sempreverdi, tratte dall'ultimo Best of il succo di una carriera che li ha consolidati tra i migliori gruppi rock italiani di sempre.  Daniele Silvestri ha preso le redini dopo il rock dei Marlene, mantenendo altissimo il livello dello show, libero dalla stretta promozione di un album (ovviamente si è seguita molto la linea del Best of "Monetine"). Silvestri come sempre è riuscito a creare subito un feeling particolare col pubblico che lo ha seguito sempre sia che riproponesse "Me fece mele a chepa" sia che riproponesse le note della Paranza, per non parlare del delirio su uno dei suoi cavalli di battaglia, Cohiba. Un grande artista che - a differenza di altri colleghi italiani - si è calato perfettamente nello spirito festivaliero! Il sole comincia a calare (ma non il caldo) e la Francia si avvicina. Montpellier per la precisione, il sud e il caldo e l'elettrorock dei Rinôçérôse. La vera sorpresa della prima serata del festival. Non conosciutissimo in Italia, il gruppo francese ha dato vita a uno show entusiasmante, grazie a una straordinaria Patrice "Patou" Carrié, Jean Philippe Freu, Florian Brinker, Fred Pace, ma soprattutto grazie a Jessie Chaton, che con la sua tutina rossa ha infiammato il pubblico. Grande show, giochi di luce e tantissima energia.
Gran preludio al concerto dei Subsonica, che hanno trovato un pubblico più che caldo, e con il loro solito show fatto di sonorità electro, tastiere mobili e il sudore. Così si è chiusa la prima giornata del Festival.L'attesa del secondo giorno è per i The Prodigy. Il loro ritorno in Italia, ma soprattutto la loro prima data al sud Italia, ha fatto sì che arrivassero alla Mostra d'Oltremare oltre 9000 mila persone. Fa caldissimo a Napoli e Juliette Lewis è veramente al massimo. Disponibilissima, si capisce già dal soundcheck la sua voglia di salire sul palco. L'attrice hollywoodiana sfata appieno il mito della starlette viziata e si dà anima e corpo al pubblico napoletano, che ancora non ha riempito l'area antistante all'enorme palco. Il suo show è completamente folle, la Lewis si scatena e rende il pubblico parte integrante dello show, tendendogli più volte il microfono e pretendendo, quasi, che diventi il secondo cantante sul palco. Dopo essere caduta quasi in trance, ha lasciato il posto ai Motel Connection. Il ritorno di Samuel e soci sul palco fa da preludio agli incredibili !!! (Chk Chk Chk). Punk, elettrofunk, chiamatelo come volete, il gruppo californiano fa un live entusiasmante. Il pubblico è impazzito sulle note di Louden up Now e soprattutto di Myth Takes. La gente è sempre più numerosa, aspetta l'evento della serata, ma nel frattempo non disdegna scatenarsi su un live veramente elettronico.
Ma sono loro che il pubblico aspetta. Per loro, soprattutto, è arrivato pubblico da tutta Italia. I The Prodigy hanno fatto la storia della techno anni'90, sono stati in grado di portare l'idea del rave verso un pubblico spesso anche diffidente verso un mondo sconosciuto ai più. Prima dell'arrivo di Experience, primo album della band, sebbene sia con The Fat of the land che i The Prodigy raggiungono il massimo. Smack my bitch up e Firestarter sono i due più grandi successi, ripetuti ovviamente sul palco del Neapolis Festival. "World's on Fire", tratto da "Invaders must die", è l'apertura col botto. "Breathe" precede "Omen", singolo del gruppo, ma sono, ovviamente Smatch My Bitch up e Firestarter che ovviamente raccolgono i maggiori consensi. Liam Howlett, Keith Flint e Maxim, si scatenano su un pubblico in delirio. Le strobo e i giochi di luci la fanno da protagonista nonostante le dichiarazione della vigilia in cui il gruppo ha dichiarato di volere uno show a luci basse. Poi "Poison", "Run", ovviamente "Invaders must die" fino a "Out of space", che chiude in bellezza. Un'ora e mezza di concerto per chiudere in bellezza questa XIII edizione del Carpisa Neapolis Festival, che si conferma sempre più come uno dei festival di punta del cartellone nazionale.