Settimanale, anno 17 - n. 8
Dom, 8 Settembre 2024

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Musica a 360 giri

Steve Hackett Live at TivoliRock -Anfiteatro Bleso 26-07-2009   

Ancora con le note e le canzoni del concerto di marzo nelle orecchie, ecco che mi ritrovo a Tivoli, sotto la Rocca Pia, nell'Anfiteatro Bleso, pronto ad ascoltare di nuovo le note, la musica e lo stile di Steve Hackett. Inglese, 59 anni, Steve Hackett è considerato tra i migliori musicisti della scena britannica, tra i più innovatori. 
 E' stato il chitarrista dei Genesis nel periodo della formazione classica, la formazione entrata nella storia del rock. Insieme a Peter Gabriel, Phil Collins, Mike Ruteford e Tony Banks, ha scritto le pagine più importanti della musica rock del secolo scorso, brani come Firth of Fifth, The Cinema Show, In the Cage, Supper's Ready e potrei citarne almeno un'altra decina. La discografia solista di Steve Hackett è sempre stata di altissimo livello, ha visitato aree della musica diverse tra loro, dalla classica al jazz, passando per il progressive e la musica etnica. Questo ha fatto si che anche i suoi concerti fossero e sono tutt'ora di altissimo livello. In ogni concerto Steve sa regalare ai suoi fans più di due ore di tutto quello che è stata la sua carriera e quindi persone di 50-60 anni, ma anche ragazzi di 20, si ritrovano ad ascoltare questo piccolo spazio di storia della musica. Come a voler dimostrare che la vena creativa è sempre attiva e fresca apre il concerto con una nuova canzone: Fire on the Moon, splendida, nel classico stile Hackett, fa parte del suo prossimo album. Si va avanti con le spettacolari The Steppes e Ace of Wands, ma è durante l'esecuzione di Fly on a Windsheld che il pubblico comincia a scaldarsi davvero. Il periodo magico dei Genesis ritorna, non come un fantasma, ma come una vera realtà. Il gruppo regge alla perfezione il confronto con i Genesis. Brani di Hackett si mischiano a quelli dei Genesis. Composizioni spettacolari da solista come Dark Town e Spectral Mornings si mischiano con opere del periodo dei Genesis come Horizon e Los Endos. Ma sono due i brani che fanno venire i brividi a dimostrazione della grande professionalità dei musicisti che lo accompagnano, e sono la stupenda Firth of Fifth, estratta da "Selling England by the Pound", forse più bell'album dei Genesis e The Mechanical Bride dall'album solista "To Watch the Storm". Firth Of Fifth viene riproposta addirittura nella versione originale con l'introduzione al pianoforte e con l'assolo originale che fa parte della lista dei più grandi assoli di chitarra della storia del Rock. The Mechanical Bride è il brano dove Steve Hackett e la band dimostrano di non dover invidiare nessuno; un brano dove si trovano compatti e perfetti quasi 40 anni di musica rock progressive. Dai Genesis si passa agli Yes ma il pezzo forte è il tributo ai King Crimson nelle velocissime digressioni musicali che sfociano nel free jazz, nell'assoluta improvvisazione. Ci sono piccole sbavature, piccoli errori, ma che contribuiscono a dare maggiormente l'idea di essere di fronte a veri musicisti che suonano e si divertono; specialmente Nick Beggs, vero animale da palcoscenico con il suo basso Chapman Stick. Lo si capiva fin dai tempi dei Kajagoogoo che era un grande strumentista ma è proprio in questo tipo di musica che lo si può veramente apprezzare al pieno delle sue capacità. Alla fine del concerto la soddisfazione è grande, ti senti appagato, ma vorresti che il gruppo uscisse di nuovo con altri brani...e si, diciamolo, anche dei Genesis. Vorremmo sentire di più da lui, ricordare e riascoltare la loro musica. Ma siamo certi che Steve sarà sempre capace di darci buona musica sia su CD che in concerto e sappiamo anche che se i Genesis non esistono più, o comunque non più nella formazione classica, Steve saprà comunque riempire le nostre orecchie e i nostri cuori della musica che amiamo. Grazie Steve per la serata che ci hai offerto.

Claudio Lodi     (6.9.09)