Settimanale, anno 16 - n. 39
Ven, 19 Aprile 2024

Recensioni >> Spiral Stairs - The Real Feel

Spiral Stairs, nome d'arte di Scott Kannberg, è originario di Stockton, bruttissima cittadina non molto lontana da San Francisco, che meriterebbe di essere cancellata da tutte le cartine geografiche se non fosse per due ottimi motivi. Uno perchè vi ha sede una delle scuole di cinema più importanti al mondo, due perchè ha regalato alla storia del rock  Scott e Steve membri fondatori dei Pavement. Così Scott già co-autore di notevoli dischi capaci di rinnovare il panorama underground mondiale, ha iniziato nel 2000 la sua carriera solista, prima usando il nome di Preston School Of Industry, con il quale ha registrato due album All This Sounds Gas e Monsoon. In Entrambe le pubblicazioni spiccavano buoni singoli, suoni sporchi e aggressivi, nel complesso però lavori sfuggenti, poco determinati.
Dopo un lungo periodo passato a Melbourne Scott è tornato a Seattle, città che già da tempo lo ospitava, con in tasca una manciata di canzoni. Ha raccolto la collaborazione di molti musicisti, suoi grandi estimatori, vedi Kevin Drew di Broken Social Scene, membri dei Posies, con alle spalle la fedele Matador Records, ed è partito con le nuove registrazioni.
L'album si chiama The Real Feel, è composto da 11 canzoni, con Spiral Stairs impegnato oltre che nella composizione, anche nel cantare, suonare chitarre varie, piano e tastiere. La canzone che apre il disco, True Love, sembra essere un ponte tra i precedenti lavori di Spiral Stairs e il nuovo materiale. Ma Call The Ceasefire, la canzone che segue, lenta e vibrante offre novità molto interessanti. Il cantato e gli arrangiamenti strumentali hanno un maggiore spessore emotivo. La lunga ballata posta al secondo posto della scaletta del disco è una vera perla di dolcezza con crescendo accennati e continue aperture melodiche come ad alzare il sipario su un nuovo artista pronto ad esibirsi. Cold Change, gioco di tastiere e chitarre pizzicate che lasciano spazio alla particolare voce di Scott, si lascia ballare. Le forti influenze blues escono nella distorta e potente Subiaco Shuffle e nella notturna e bellissima Wharf Hand Blues, ondulante ballata dalle tinte scure e dagli echi musicale che creano ampi spazi per il ripetitivo cantato e preparano il campo per il sostenuto finale. Da segnalare la dylaniana A Mighty Mighty Fall con tanto di steel guitar a sottolineare che oggi Spiral Stairs è un autore capace di dare molto. Con The Real Feel lo stile di Spiral Stairs viene finalmente consacrato, fissato, un rock d'autore capace di unire passato e presente, come una miscela personale tra vecchi ascolti (Capitan Beefhart su tutti) e nuovi suoni (Jeffrey Lewis).
Un album profondo e curato nei particolari, ben suonato, dalla copertina esilarante!

Claudio Donatelli       (29.11.09)