Settimanale, anno 17 - n. 23
Gio, 26 Dicembre 2024

Recensioni >> The Pains of Being Pure at Heart

Questa band arriva da New York con un grande carico di energia e fresca spontaneità giovanile. Ciò che offre è sostanzialmente scontato e ordinato ma questo non è il punto interessante della questione.
Alex (basso), Kip (chitarre e voce), Peggy (tastiera e voce), Kurt (batteria) inizialmente hanno suonato insieme in una jam alla festa di compleanno di Peggy e probabilmente questo fatto ha insinuato in loro la forte convinzione di poter proseguire il discorso sui palchi di tutto il mondo. Infatti mentre scriviamo queste righe i nostri sono sbarcati in Giappone per poi proseguire il giro promozionale in Australia. Però, niente male per una suonata durante una semplice festa di compleanno.
Sicuramente il fatto che nel 2009, in ogni angolo di strada, locale, bar, parrucchiere di Brooklyn è tornato di moda il
My Bloody Valentine style ha avvantaggiato la scalata alle classifiche indie USA dei The Pains of. A nota di tutto ciò va rimarcato che i quattro musicisti hanno avuto le idee chiare da subito.
Nel 2007 pubblicano con il loro nome un ep e a distanza di due anni, accasatisi con l'etichetta Slumberland, mettono in circolo lp che prende sempre il loro nome. Un'onda travolgente di pop veloce e ricco di chitarre distorte arriva alle orecchie sin dal primo brano. La seconda traccia è Come saturday, un esempio di come la musica sia una vera macchina del tempo, il feed back iniziale e le veloci chitarre ci riportano nei club fumosi di fine anni 80, quando i
Jesus & Marychain infuocavano le scene. La band conosce bene le regole del pop e miscela suoni per rendere il tutto mai noioso. This love is fucking right è dolce, romantica ed esalta l'affiatamento vocale tra Kip e Peggy. Altra super canzone dalla melodia infallibile e dal ritmo saltellante è Everything with you. Gli stumenti sono molto ben integrati e la tastiera di Peggy accompagna perfettamente i riff chitarristici.
I quattro amici di quartiere hanno avuto grandi maestri e la loro città li ha istruiti per bene, tanti sono gli echi che questo disco rimanda, ma tornando al punto di partenza si può affermare che sono solo fot#$% canzoni pop.
 

Claudio Donatelli       (20.12.09)