Recensioni >> The Pains of Being Pure at Heart
Questa
band arriva da New York con un grande carico di energia e fresca spontaneità
giovanile. Ciò che offre è sostanzialmente scontato e ordinato ma questo non è
il punto interessante della questione.
Alex
(basso), Kip (chitarre e voce), Peggy (tastiera e voce), Kurt (batteria)
inizialmente hanno suonato insieme in una jam alla festa di compleanno di Peggy
e probabilmente questo fatto ha insinuato in loro la forte convinzione di poter
proseguire il discorso sui palchi di tutto il mondo. Infatti mentre scriviamo
queste righe i nostri sono sbarcati in Giappone per poi proseguire il giro
promozionale in Australia. Però, niente male per una suonata durante una
semplice festa di compleanno.
Sicuramente
il fatto che nel 2009, in ogni angolo di strada, locale, bar, parrucchiere di
Brooklyn è tornato di moda il My Bloody Valentine style ha avvantaggiato la scalata alle classifiche
indie USA dei The Pains of. A
nota di tutto ciò va rimarcato che i quattro musicisti hanno avuto le idee
chiare da subito.
Nel 2007 pubblicano con il loro nome un ep e a distanza di
due anni, accasatisi con l'etichetta Slumberland, mettono in circolo lp che
prende sempre il loro nome.
Un'onda
travolgente di pop veloce e ricco di chitarre distorte arriva alle orecchie sin
dal primo brano. La seconda traccia è Come saturday, un esempio di come la
musica sia una vera macchina del tempo, il feed back iniziale e le veloci
chitarre ci riportano nei club fumosi di fine
anni
80, quando i Jesus & Marychain infuocavano le scene. La band conosce bene le regole del pop e miscela suoni
per rendere il tutto mai noioso. This love is fucking right è dolce, romantica ed esalta l'affiatamento vocale
tra Kip e Peggy. Altra super canzone dalla melodia infallibile e dal ritmo saltellante
è Everything with you.
Gli stumenti sono molto ben integrati e la tastiera di Peggy accompagna
perfettamente i riff chitarristici.
I
quattro amici di quartiere hanno avuto grandi maestri e la loro città li ha
istruiti per bene, tanti sono gli echi che questo disco rimanda, ma tornando al
punto di partenza si può affermare che sono solo fot#$% canzoni pop.
Claudio
Donatelli (20.12.09)