Settimanale, anno 16 - n. 40
Ven, 26 Aprile 2024

Recensioni >> Turin Brakes - Outbursts

Da una lontana e profonda amicizia tra Olly Knights e Gale Paridjanian nasce il gruppo musicale Turin Brakes.
Sul nome se ne sono sentite e scritte tante, ma è lo stesso duo a chiarirci che è l'insieme di due semplici parole casualmente messe una accanto all'altra. Il successo arriva nel 2003 con il secondo album Ether Song, con il singolo Pain Killer e grazie anche al tam tam della stampa inglese che sa come promuovere ed esportare buona musica. Il loro è un sound creato con chitarre acustiche, dall'originale voce di Olly sostenuta da quella di Gale. Immediatamente entrano a far parte della nuova scena acustica che in quegli anni stava crescendo in UK. Oltre alle etichette promozionali c'è di più, infatti con i loro tour riescono a raccogliere consenso anche in USA e questo denota che alla base del progetto Turin Brakes vi è soprattutto grande qualità e capacità di scrivere buone canzoni.
Dalla tradizione pop inglese prende ispirazione Outbursts, quinto disco del duo di Brixton. Il singolo Sea Change apre il disco agli ascoltatori e dopo un inizio in pieno stile Turin Brakes, voce, veloci accordi di chitarra, aperture melodiche, si muove verso orizzonti nuovi e lontani, ritmi dal sud. Il folk UK rimane sempre al centro della scrittura delle canzoni e la dolce e carezzevole Mirror ne è l'esempio lampante.
Outbursts, buttate fuori le emozioni, come quando la natura si manifesta nella sua forte bellezza, questo è il filo che unisce tutte le tracce del disco, Rocket Song e Will Power sono i momenti più emotivamente coinvolgenti. In poco tempo l'ascoltatore è di nuovo sui lunghi e dolci binari disegnati dalle ballate dai veloci accordi e dalle doppie voci, i Turin Brakes con Apocolips e Embryos mostrano quanto, dopo undici anni, sono sempre bravissimi in questo. La profondità di Outbursts denota la continua crescita personale dei due amici di Brixton e i nuovi arrangiamenti molto ben suonati, mostrano l'evoluzione artistica che regala una nuova aria per tutto il movimento folk internazionale. 

Claudio Donatelli
    (25.04.10)