Settimanale, anno 16 - n. 39
Ven, 19 Aprile 2024

Sulla musica >> La Musica nel Cinema del dopoguerra italiano

Studi, tesi, riflessioni sulla musica

Capitolo 2.1 (parte 12) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i "maggiori", fra tradizione ed innovazione   

Giuseppe Rosati e Caccia tragica  

Nato a Roma il 1º  febbraio 1903; morto il 30 maggio 1962. Studia musica sotto la guida del padre e di A. Busini, diplomandosi al conservatorio di Santa Cecilia in composizione e pianoforte; in seguito, insegna all'Accademia di Santa Cecilia.
Egli è compositore di musica orchestrale, da camera e per il teatro, e si avvicina anche alla musica cinematografica. 
La particolarità di questo musicista è quella di contribuire all'inserimento della musica sinfonica italiana nella rinnovata apertura della musica europea, senza mai, però, farsi portatore di quell'estremizzazione avanguardistica e concettuale. Anzi, egli riesce ad immettersi nel flusso modernista proprio rivalutando e proponendo, in maniera estremamente personale, quei valori e fattori che appartengono all'architettura della musica romantica. 
Le sue colonne sonore si inseriscono in genere nella drammaticità del discorso filmico, dando l'idea di un musicista che si piega alla concezione narrativa del regista e, quindi, del cinema tout-court. Anche se in alcuni punti la sua osmosi fra musica romantica e sua modernizzazione non riesce ad ottenere quell'omogeneità di risultati che il film richiede, in special modo per quanto riguarda le sue fatiche nei film del neorealismo. 
Fra i suoi contributi si ricordino: Tragica notte ('41) di Mario Soldati, Malombra ('42) sempre di Soldati, Ossessione ('42) di Luchino Visconti, Il sole sorge ancora ('46) di A. Vergano,
Caccia tragica ('47) di Giuseppe De Santis, La grande rinuncia ('51) di A. Vergano.

Gianluca Nicastro   (31.10.10)

Segue nel prossimo numero! 
Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro La musica nel cinema del dopoguerra italiano