Settimanale, anno 16 - n. 36
Ven, 29 Marzo 2024

Sulla musica >> la Musica nel Cinema del dopoguerra italiano

Studi, tesi, riflessioni sulla musica

Capitolo 2.1 (parte 12) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i "maggiori", fra tradizione ed innovazione  
Caccia Tragica ('47) di Giuseppe De Santis; musica di Giuseppe Rosati

Nella sequenza dentro l'ambulanza abbiamo una musica tesa a sottolineare e colorire la situazione d'isterismo che la caratterizza. Alberto e Giovanna tentano di calmare il dolore dell'uomo colpito dalla mina che lo fa delirare. Egli crede di essere ancora in guerra, ha paura dei bombardamenti e dei tedeschi; una della banda, con i capelli biondi comincia ad innervosirsi, vuole che egli taccia.
Qui, tutti gli strumenti dell'orchestra, singolarmente e poi intrecciati, eseguono trilli, note staccate, creando una situazione di crescente tensione. Ma il delirio diventa sempre più repentino fino al paradosso che porta il malato a vedere nella donna prima sua moglie, poi una buona infermiera, mentre a svelarci la sua vera e malefica identità è un altro bandito, il tedesco che fischietta ironicamente un motivetto molto noto durante il tempo della guerra: è la canzoncina dedicata alla spia e prostituta
Lili Marlene che durante la guerra era divenuta informatrice dei nazisti.
Il motivetto lascia il posto ad un movimento cromatico ed in crescendo degli archi e dei legni, con l'intervento di arpeggi dell'arpa che danno alla situazione un effetto ancora più trasognante, quasi ci trovassimo in un incubo. La parrucca bionda di Lili Marlene viene strappata dal malato che vi si aggrappa, lasciando la donna con dei capelli neri, corti e arruffati. Questa è la massima vergogna e il delirio isterico sembra essere passato alla donna che, in un impeto di follia e tra le risate agghiaccianti del tedesco, getta il ferito con tutta la barella giù dall'ambulanza. E', sicuramente, una scena molto forte e la musica accentua qui, al limite della sopportazione, attraverso le sue possibilità espressive e coloristiche, lo squilibrio psicologico dei personaggi.
Allo chalet in una stanza c'è una radio da cui provengono varie musiche: una canzone d'amore anni '40, una canzone dei partigiani ed infine la canzone
Lili Marlene.
Tutto parla della guerra, i luoghi, i volti delle persone, le mine e i programmi musicali della radio; perché siamo nell'immediato dopoguerra, dove è ancora lucido il ricordo, se così si può chiamare, di quel terribile flagello. Ad informarci sul personaggio di Marlene è proprio quella canzone, insieme al racconto nostalgico ed insieme straziante fatto da lei stessa ad Alberto. E' un momento di rilassatezza che ci permette di capire ancora più affondo il personaggio negativo di quella terribile donna, votato al demoniaco senza più possibilità di redenzione, accompagnato sincronicamente dalla svagata melodia delle note di
Lili Marlene, cantata in tedesco (forse dalla Dietrich). Tutto questo delimita quel confine che la distingue da Alberto, personaggio che, pur partecipando a quei delitti e rapine, scopriamo avere anche un fondo di sentimento e di onestà (nelle sue domande di lavoro tutte respinte, nel suo discorso ai reduci sul treno e nel finale). E' un esempio di musica dalla pellicola eccezionalmente funzionale al significato delle immagini cui si accompagna.

Gianluca Nicastro   (21.11.10)

Segue nel prossimo numero! 
Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro 
La musica nel cinema del dopoguerra italiano