Sulla musica >> la Musica nel Cinema del dopoguerra italiano
Studi, tesi, riflessioni sulla musica
Capitolo 2.1 (parte 12) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i "maggiori", fra tradizione ed innovazione
Caccia Tragica ('47) di Giuseppe De Santis; musica di Giuseppe Rosati
Nella
sequenza dentro l'ambulanza abbiamo una musica tesa a sottolineare e
colorire la situazione d'isterismo che la caratterizza. Alberto e Giovanna tentano di
calmare il dolore dell'uomo colpito dalla mina che lo fa delirare.
Egli crede di essere ancora in guerra, ha paura dei bombardamenti e
dei tedeschi; una della banda, con i capelli biondi comincia ad
innervosirsi, vuole che egli taccia.
Qui, tutti gli strumenti
dell'orchestra, singolarmente e poi intrecciati, eseguono trilli,
note staccate, creando una situazione di crescente tensione. Ma il
delirio diventa sempre più repentino fino al paradosso che porta il
malato a vedere nella donna prima sua moglie, poi una buona
infermiera, mentre a svelarci la sua vera e malefica identità è un
altro bandito, il tedesco che fischietta ironicamente un motivetto
molto noto durante il tempo della guerra: è la canzoncina dedicata
alla spia e prostituta Lili Marlene che durante la guerra era divenuta informatrice dei nazisti.
Il
motivetto lascia il posto ad un movimento cromatico ed in crescendo
degli archi e dei legni, con l'intervento di arpeggi dell'arpa che
danno alla situazione un effetto ancora più trasognante, quasi ci
trovassimo in un incubo. La parrucca bionda di Lili Marlene viene
strappata dal malato che vi si aggrappa, lasciando la donna con dei
capelli neri, corti e arruffati.
Questa
è la massima vergogna e il delirio isterico sembra essere passato
alla donna che, in un impeto di follia e tra le risate agghiaccianti
del tedesco, getta il ferito con tutta la barella giù
dall'ambulanza. E', sicuramente, una scena molto forte e la musica
accentua qui, al limite della sopportazione, attraverso le sue
possibilità espressive e coloristiche, lo squilibrio psicologico dei
personaggi.
Allo chalet in una stanza c'è una radio da cui
provengono varie musiche: una canzone d'amore anni '40, una canzone
dei partigiani ed infine la canzone Lili
Marlene.
Tutto parla della guerra, i
luoghi, i volti delle persone, le mine e i programmi musicali della
radio; perché siamo nell'immediato dopoguerra, dove è ancora lucido
il ricordo, se così si può chiamare, di quel terribile flagello. Ad
informarci sul personaggio di Marlene è proprio quella canzone,
insieme al racconto nostalgico ed insieme straziante fatto da lei
stessa ad Alberto. E' un momento di rilassatezza che ci permette di
capire ancora più affondo il personaggio negativo di quella
terribile donna, votato al demoniaco senza più possibilità di
redenzione, accompagnato sincronicamente dalla svagata melodia delle
note di Lili Marlene,
cantata in tedesco (forse dalla Dietrich).
Tutto
questo delimita quel confine che la distingue da Alberto,
personaggio che, pur partecipando a quei delitti e rapine, scopriamo
avere anche un fondo di sentimento e di onestà (nelle sue domande di
lavoro tutte respinte, nel suo discorso ai reduci sul treno e nel
finale). E' un esempio di musica dalla
pellicola eccezionalmente funzionale al
significato delle immagini cui si accompagna.
Gianluca Nicastro (21.11.10)
Segue nel prossimo numero!
Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro La musica nel cinema del dopoguerra italiano