Settimanale, anno 16 - n. 39
Gio, 18 Aprile 2024

Recensioni >> Ólafur Arnalds - ...And They Have Escaped...

...And They Have Escaped The Weight Of Darkness  


L'Islanda ha un qualcosa di magico, paesaggi immensi e scarni composti da colori netti e duri, da una natura selvaggia e padrona dove l'uomo è solo ospite rispettoso. Il clima rigido e inclemente porta le persone a vivere in armonia, a volte forzata, con l'isola. Questo modo di vivere si rispecchia nella musica e nella creatività che esce dagli artisti che vivono in quei posti. Dai MUM ai Sigur Ros passando per gli estremismi di Bjork. In tutte le loro creazioni si sente, si percepisce un forte attaccamento alla terra, all'energia che quei posti, quelle zone, riescono ad emanare.
Sicuramente l'Islanda può essere considerata la nuova terra melodica dove melodia, natura e creatività riescono a unirsi in un perfetto melange. Da
Olafur Arnalds venticinquenne nato in Islanda a Mosfellsbæ,r vicino Reykjavík, arriva ...And They Have Escaped The Weight Of Darkness, album inciso per la Erased Tapes.
Ex batterista di gruppi metal decide di creare un percorso artistico che lo porti ad unire le sue composizioni neo-classiche con la scena elettronica e musica da camera che rende l'Islanda famosa nel panorama musicale mondiale. Anche il Tour sostenuto di spalla ai Sigur Ros è servito a portare al successo questo ragazzo che con la sua musica riesce a creare atmosfere immobili, ferme, piene di colori e nebbia ma anche di colori caldi e intimi come una casa in legno riscaldata da un camino acceso. Il suo ultimo album non sfugge a questa descrizione, è l'album della sua maturità musicale e si sente subito dalle composizioni, più strutturate con pianoforte ed archi in evidenza.
La sua musica è sempre al limite dell'intimismo e del malinconico, immagini seppiate o desaturate che ricordano vecchie foto o paesaggi al rallentatore con cieli immensi e grandi nuvole.
L'apertura dell'album è in pieno stile
Olafur Þú Ert Sólin e Þú Ert Jörðin, di vago ricordo Sigur Ros, il pianoforte e gli archi accompagnano la nostra mente in viaggi dove solo con il pensiero si può andare. L'andamento delle composizioni ci porta però ad una soluzione positiva ed i suoni sono meno malinconici e più solari come nei brani Undan Hulu e Þau Hafa Sloppið Undan þunga Myrkursins dove la stupenda apertura degli archi nella parte centrale del brano sa aprirti anche il cuore e farti respirare in profondità. Sicuramente un album non d'ascolto di tutti i giorni ma da sentire e vivere in momenti di voglia di calore e colori, che essi siano sbiaditi o pieni e duri in fondo sono sempre colori e sanno dare sempre emozioni forti. Emozioni che Olafur sa regalarci con il suo pianoforte e le sue mani.

Claudio Lodi (23.1.11)