Settimanale, anno 16 - n. 1
Sab, 27 Luglio 2024

Sulla musica >> La Musica nel Cinema del dopoguerra italiano

Studi, tesi, riflessioni sulla musica

Capitolo 2.1 (parte 13) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i "maggiori", fra tradizione ed innovazione   
Giovanni Fusco e Cronaca di un amore   

Nato a Santa Agata dei Goti (Benevento) il 10 ottobre 1906; morto a Roma il 30 maggio 1968. Studia pianoforte con P. Beccaccini, organo con F. Germani, composizione con R. Storti e A. Casella, diplomandosi nel 1942 in direzione d'orchestra a Roma. Dopo un periodo di attività direttoriale si dedica alla musica per film. Fra le sue composizioni musicali si ricordano l'opera teatrale La scala di seta ('30), la commedia musicale Via Nuvola 33, la Cantata profetica ('54), la messa a 5 voci, contrabbasso e batteria ('68).
Questo musicista risulta importantissimo per l'evoluzione stilistico-estetica del commento musicale per film, intesa nel senso prettamente moderno: il passaggio da una musica di "sostegno" a una musica "psicologica". Ciò vuol dire essenzialmente che essa non viene più concepita come un'aggiunta quasi esteriore all'immagine, ma entra a farne parte in modo autorevole e creativo, al pari di tutti gli altri elementi che compongono il cinema (montaggio, scenografia, fotografia, recitazione, ecc.).
L'incontro decisivo avviene nel 1948, quando
Michelangelo Antonioni gli affida il commento per un documentario, N.U. (Nettezza Urbana), rimanendo, in seguito, legato a questo musicista per altri suoi lavori. Fusco è subito colpito dal regista che si dimostra immediatamente grande nel suo deciso rifiuto dell'ovvio stereotipato e che inaugura, nei suoi film, un nuovo genere, basato sul ripiegamento nel privato e sull'introspezione psicologica. Fusco comprende, allora, che per le sottili atmosfere create da Antonioni, non ci si può più accontentare del commento musicale tradizionale; egli, così, "rifiuta il tematismo e la coloritura sonora, scegliendo materiali timbrici fuori del comune; [...], punta su singoli strumenti o su piccoli complessi più di carattere cameristico che sinfonico, [...] " (Ermanno Comuzio). Coglie, insomma, tutti quei punti e quegli elementi che carat­terizzano il commento musicale in senso del tutto moderno: finalmente, la musica si fa anima sonora dell'immagine in maniera assoluta.
Giovanni Fusco può essere considerato, in sostanza, il padre della moderna musica cinematografica a livello europeo. Con Antonioni lavora per vari film: Cronaca di un amore ('50), I vinti ('52), La signora senza camelie ('53), Le amiche ('55), Il grido ('57), L'avventura ('60), L'eclisse ('62), Deserto Rosso ('64). Lavora poi con altri autori: Traviata '53 ('53) di V. Cottafavi, Avanzi di galera ('54) sempre di Cottafavi, Hiroshima, mon amour ('59) di A. Resnais, L'oro di Roma ('61) di C. Lizzani, Violenza segreta ('63) di G. Moser, La corruzione ('63) di M. Bolognini, La guerre est finie ('67) di A. Resnais, Il giorno della civetta ('68) di D. Damiani.
Collabora anche con autori "minori" (spesso alle prime armi), creando sempre dei commenti essenziali e moderni: Gli sbandati ('55) di F. Moselli, Un eroe del nostro tempo ('59) di S. Capagna, Il rossetto ('60) di D. Damiani, Storie sulla sabbia ('63) di Riccardo Fellini, I sovversivi ('67) dei fratelli Taviani.
Va inoltre ricordato che ottiene il
Nastro d'argento per la miglior musica due volte: Cronaca di un amore ('50) e L'avventura ('60), tutti e due di M. Antonioni.

Gianluca Nicastro   (23.1.11)

Segue nel prossimo numero! 
Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro 
La musica nel cinema del dopoguerra italiano