Settimanale, anno 17 - n. 18
Gio, 21 Novembre 2024

Sulla musica >> la Musica nel Cinema del dopoguerra italiano

Studi, tesi, riflessioni sulla musica

Capitolo 2.1 (parte 13) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i "maggiori", fra tradizione ed innovazione    
Cronaca di un amore ('50) di Michelangelo Antonioni; musica di Giovanni Fusco 

Un ricco industriale milanese, l'ingegner Enrico Fontana, incarica un investigatore di scoprire il passato di sua moglie, Paola Molon (una bellissima e fatale Lucia Bosè), conosciuta durante la guerra e sposata dopo soli due mesi, senza saper nulla di lei. Vediamo, allora, l'investigatore andare a Ferrara (dove Paola è vissuta da giovinetta), al Liceo a raccogliere le prime notizie. Qui, riceve il primo tassello del mosaico che egli dovrà portare a termine: la morte di una delle amiche intime di Paola, una certa Giovanna Carlini.
A questo punto, entra il pianoforte che esegue un movimento irregolare e tenebroso, dove poi entra il sax contralto con note lunghe e salti di intervallo. La musica suggerisce proprio quello che è solo insinuato dalle immagini; quella morte misteriosa, secondo l'investigatore, ha a che fare in qualche modo con Paola. A confermargli tale sospetto, è il marito dell'altra sua amica, Matilde Galvani, che lo informa sull'amore tra Giovanna e uno studente, Guido (
Massimo Girotti), e Paola che voleva portarglielo via. Giovanna muore due giorni prima del suo matrimonio. E' sempre la musica a trascinare in quella casa decadente l'investigatore che ad ogni incontro ulteriore non fa che confermare quel suo fiuto investigativo.
Interviene a questo punto una nuova melodia, eseguita questa volta solo dal pianoforte, quando Matilde scrive una lettera informativa a Guido e continua subito dopo nella sequenza del muto incontro tra Paola e Guido.
Questo è il secondo leit-motiv che si lega proprio a questi due personaggi e al loro passato. Paola si trova fuori da un teatro, col marito e altri amici, sono tutti vestiti da gran signori. Mentre stanno per andarsene, Paola scorge Guido. La musica continua a circolare nell'aria, mentre vediamo Paola che si ferma per un istante a guardarlo per poi raggiungere i suoi amici. Dentro di sé ella vorrebbe corrergli incontro, baciarlo, stringerlo, perché lui è il suo unico, grande, vero amore, ma non può.
Il pianoforte si esprime in una melodia estremamente melanconica, triste, nostalgica. E' proprio questa a confermarci quel passato e impossibile amore tra i due amanti, separati sempre da una persona: prima da Giovanna, ora dal marito di Paola. A separarli ulteriormente è la condizione sociale differente. E' un amore che non troverà mai la sua realizzazione, portando con sé solo dolore e morte.
La melodia qui si fa anima stessa dei personaggi, colloquio d'amore e morte che in realtà non avviene, ma che pure lo spettatore sente dentro di sé vedendo lo sguardo muto tra i due amanti che, nel suo silenzio, è paradossalmente pieno di parole, portate proprio dalla musica.

Gianluca Nicastro   (6.2.11) 
Segue nel prossimo numero! 
Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro La musica nel cinema del dopoguerra italiano