Pop Corn >> Orient Pop, l'incontro tra Oriente e Occidente
Libri da sentire, film da ascoltare
Orient pop è un libro interessante che mostra il profondo
legame tra musica e spiritualità nell'incontro tra Oriente e Occidente. La
differenza tra i due mondi non produce conflitti ma diventa terreno fertile per
creare nuove e infinite possibilità di confronto.
Leonardo Vittorio Arena,
autore del libro, ci presenta alcuni musicisti occidentali che hanno tratto
ispirazione dalla spiritualità e dalla musica sacra creando in alcuni casi
capolavori assoluti (si pensi, tra gli altri, a John Coltrane con la sua A Love
Supreme, inconcepibile senza la
musica modale delle culture orali asiatiche).
Nelle pagine del libro,
all'incirca quattrocento, la voglia e la passione di Arena di mettere sul
piatto del giradischi vecchi LP come colonna sonora del suo viaggio musicale
rimane quasi sempre forte e intatta. L'autore parla di musica Pop, Rock,
d'Avanguardia, Jazz ecc... senza distinzioni di generi commentando sia i testi
più significativi di ogni artista sia le sonorità.
Il suo viaggio comincia
nel 1965 con i Beatles e più precisamente con il sitar suonato da George
Harrison che fu precursore di sonorità insolite e melodie ipnotiche, evocatrici
di mondi lontani e sconosciuti.
Si passa poi a Bob Dylan, definito come "perfetta
incarnazione Zen" e si arriva al Rock progressivo di Peter Hammill dei Van der
Graaf Generator e quello di Robert Fripp dei King Crimson, entrambi alle prese
con la scissione dell'uomo contemporaneo in cerca di se stesso. Anche David
Sylvian è un artista tormentato nel suo processo d'individuazione ma le sue
contraddizioni generano creatività e apertura verso mondi lontani con feconde
contaminazioni.
Il momento migliore del
libro è quello in cui si parla di Brian Eno con la sua musica d'ambiente portatrice
di un nuovo concetto di spazio e di tempo. Eno non è interessato all'aspetto
melodico, armonico o ritmico, ma solo al suono nella sua ripetizione che cambia
sempre in nuove combinazioni musicali. Secondo Eno "la musica è un'attività
meditativa di tipo Zen", è musica senza scopo che può essere fruita dunque in
vari modi.
Arena prosegue nel suo
viaggio fino ad arrivare alla spiritualità del nulla di Tom Waits e alla musica
estatica sufi di Nusrat Fateh Ali Khan, dove il ritmo ossessivo fa cadere tutti
i partecipanti in uno stato di trance.
La musica nella sua
totalità è una possibilità di trasformazione, sia per l'ascoltatore che per
l'artista, proprio perché penetra nell'impalpabile e aiuta nell'evoluzione
spirituale dell'essere, l'ascolto della musica, infatti, ci trasforma fino a
diventare noi stessi.
Annalisa Nicastro
Leonardo Vittorio Arena
Orient Pop
Castelvecchi
pp.378
€ 22,00