A propos de >> Sangue e Arena
Musica a 360 giri
Finita la prima
parte del concerto dei Kiss all'Arena di Verona Michela prende coraggio e dice
a tutti noi: "Ma le canzoni erano tutte uguali?". Io faccio una grassa risata e
gli altri ci rimangono un po' male.
Non ha tutti i torti Michela. Ma i Kiss non
sono propriamente musica, hanno fatto della musica il loro obiettivo non
primario, lo spettacolo è il vero protagonista, la musica è uno strumento che
vive solo se completo di luci e fuochi d'artificio, facce pittate e gesti osceni.
E' uno show e come show è uno spasso. Se continuano all'età di 60 anni a
suonare dal vivo certamente è perchè hanno scritto grandi pezzi rock,
perfettamente rispettati nell'esecuzione a Verona (Nothing To Lose, Rock And
Roll All Night, Detroit Rock City) ma a volte la struttura della canzone
composta da riff e ritornello capisco che possa stancare. La scelta dei brani è puramente
antologica in questo tour-nostalgia, grandi successi del passato come se il
tempo fosse rimasto immobile, come se il batterista e il chitarrista dei Kiss
fossero davvero gli originali della prima formazione e non Eric
Singer e Tommy Thayer (che già
da tempo collaboravano con Simmons e Stanley).
La vera identità dei Kiss
non ha valore, sul palco o sei Catman o Spaceman o Starchild o The Demon, altro
non conta (anche se ho trovato buffo sentire Nothing To Lose cantata da Eric
Singer con lo stesso timbro vocale e movenze di Peter Criss).
In questo circo di luci e fuochi e scoppi, sincronizzati con la musica, anche il pubblico è spassoso, uomini e donne con i loro
bimbi con una piccola stella nera intorno all'occhio, folli personaggi
argentati con zeppe vertiginose ai piedi. E mentre sul palco questi alieni
dalle rughe inbiancate dal trucco ballavano o lanciavano fuochi d'artificio dal
manico della chitarra, in ogni brano Gene Simmons mostrava la sua lingua lunga
verso il pubblico femminile (in quei momenti ricordavo con invidia la sua lista
di conquiste... 4600 donne) così come Paul Stanley simulava abbracci e amplessi indicando alcune
ragazze in prima fila.
A causa della struttura dell'Arena di Verona, Paul non ha potuto volare
durante Love Gun ma Gene è riuscito a
farlo poco prima di sputare del sangue dalla bocca in I Love It Loud. Immancabili i coriandoli a fine show a partire da I Was Made
For Lovin' You fino a Detroit
Rock City. Lo spettacolo come un circo è
finito con spari e luci più grandi e chiassosi, con la batteria che si è
sollevata e la scritta KISS che si accendeva, facendo perdonare così la
bronchite di Paul Stanley e la mancata esecuzione di brani meno fragorosi ma
più originali della discografia dei Kiss (come Beth o Sure Know Something).
Il pubblico si
allontana dall'Arena intorno a mezzanotte e Michela ripete la sua domanda
retorica ma questa volta con un sorriso.
Massimo Bomprezzi