A propos de >> Abd Al Malik
Musica a 360 giri
All'incrocio tra rap, jazz e slam, troviamo Abd Al
Malik,
giovane artista francese di origine congolese, vincitore delle Victoires de la
musique nel 2007 per il migliore album di musica urbana e nel 2008 come
migliore artista maschile. Per chiudere in bellezza, questo stesso anno, è
stato decorato Cavaliere delle Arti e delle Lettere dal Ministro della Cultura
francese. Abdl Al
Malik da circa tre anni, sta contribuendo (insieme ad altri slammer francesi
come Grand Corps e Malate) a far conoscere lo slam, un nuovo stile musicale nato
negli anni Ottanta negli Stati Uniti, una sorta di poesia urbana parlata come
il rap ma con testi più densi e lavorati.
Abd Al Malik, nato Régis
Fayette-Mikano, però è andato oltre. Ha voluto tentare un'alchimia nuova e più
ricercata, lontano da quel rap volgare che va per la maggiore. Mischiando
abilmente ritmi jazz e testi ispirati dal sufismo (dottrina mistica dell'Islam,
che Malik ha scoperto dopo essere passato per un breve periodo per l'estremismo
islamico) è arrivato a creare una piccola sorpresa musicale, profonda, dolce e
toccante. Il tutto è avvolto dalla sua dizione, fatta di silenzi e di
sospensioni, di parole pesate, posate, riflettute, articolate, assaporate,
piene di dignità e, allo stesso tempo, di gravità.
Le sue
performance live sono impregnate sia di semplicità quando racconta la vita dei
giovani delle periferie francesi: arida, difficile e spesso violenta, sia piene
di una saggezza millenaria portata dalla sua fede religiosa capace di
trasportare l'ascoltatore molto lontano, in tempi remoti. Nel modo di
comunicarci i suoi testi c'è gioia e freschezza mista a tristezza e amarezza di
fronte agli eventi che ci circondano e agli errori passati.
Di solito non mi interesso molto al rap né a tutto quello
che gravita intorno a questo. Rifuggo la vena aggressiva del rap francese pieno
di rivendicazioni ringhiate con odio, capaci di raschiarvi via una parte del
cervello a forza di prestare orecchio a frasi assassine. Sentendo per caso
qualche tempo fa, questa giovane promessa del panorama musicale francese, ho
interrotto quello che stavo facendo per capire chi è che aveva questo flow così
diverso, nuovo e vero.
La prima volta che l'ho sentito era in un'esibizione
live. La cosa originale è che si fa accompagnare live da un gruppo di musicisti
dando così ai suoi concerti la forza del discorso sottolineato dal virtuosismo
del jazz. Una volta ricevuto il secondo premio alle Victoires de la musique di
quest'anno, nel ringraziare ha affermato che la musica era capace di far incontrare
un pubblico che normalmente non si sarebbe mai trovato.
Malik non è l'ennesimo rapper di periferia che si lagna
della sua condizione di marginale, questa è la sua forza. Come artista afferma
di aver voluto "decostruire nella
forma, la nozione stessa di rap, pur rimanendo hip hop". Ed infatti, lui
spiazza, sconcerta, non segue i canoni stabiliti dal genere: mischia il tema di Sinnerman di Nina Simone nella sua magnifica Gibraltar, che dà il titolo al suo
secondo album uscito nel giugno del 2006 e ormai doppio disco d'oro. Oppure
riprende, omaggiandola, la canzone Ces Gens là del mitico cantautore belga
degli anni 50-70 Jacques Brel, facendone una versione moderna e adattata ai
problemi della nostra società con Les Autres. Chi conosce Brel sa che
genere di interprete è: l'ascolto delle sue canzoni dà i brividi e fa vivere
nel profondo ogni sillaba. Ebbene, Abd Al Malik si avvicina al talento del
maestro in maniera sorprendente.
Lidia Falcucci (21.9.08)