Settimanale, anno 17 - n. 18
Sab, 23 Novembre 2024

A propos de >> Rotta verso nuove idee

Musica a 360 giri

Cap au pire (da tradurre: rotta verso il peggio) è un'associazione di quattro coraggiosi artisti (ovvero Kevin Nogues, Ivan Stoetzel, Joe Botbol, Julien Borel). Questi giovani registi hanno deciso di non stare più ad aspettare con le mani in mano che la fortuna giri dalla loro parte e  hanno creato quest'associazione per produrre e diffondere i loro cortometraggi. Cap au pire è stata ufficialmente innaugurata nella serata del 27 settembre 2008 a Parigi nell'atelier della pittrice Raquel con la partecipazione speciale di Julie Simmoney e Charles Gallois. Alla proiezione dei cortometraggi prodotti dai membri dell'associazione  è seguito, a chiusura della serata, un piccolo concerto dei Lunaseven. Infine, le foto di Thomas Brémond, Jean-Marie Heidinger e di Margot Simmoney creavano un'atmosfera che rispecchiava lo spirito della serata.

La sfida: realizzare dei cortometraggi con situazioni ripetute tre volte, sempre verso il peggio
Si sono susseguiti:
Rater. Rater encore. Rater mieux di K. Noguès, On achève bien les yaourts di J. Simmoney, Triple saut di I. Stoetzel, Oublie-moi di J. Botbol,  C'est toujours la dernière fois di J. Borel e L'Homme nu di C. Gallois. Indipendenza e coraggio, un pizzico di sfrontatezza, si ritrovano nel loro discorso come nei loro corti. Kevin presenta una sceneggiatura dal testo poetico, silenzi sospesi,  luci filtrate e colori smorzati alla Wong Kar Wai e Kim Ki Duk, Julie propone un corto divertente e leggero che smorza il tono più drammatico delle altre creazioni. Ivan ci fa ridere schernendo la banalità della vita quotidiana e dei piccoli melodrammi amorosi, Joe esplora gli stati d'animo di una coppia nello stesso posto alla stessa ora ma in momenti diversi della loro relazione e Julien, con sequenze statiche e spoglie, simili alla corrente cinematografica danese  Dogma95, illustra come la protagonista non possa sfuggire sempre alla stessa inevitabile fine. Tutti i film mostrati hanno un'impronta decisa  e un carattere personale. D'altronde questi registi emergenti vengono da orizzonti diversi (chi da filosofia, lettere o scienze politiche) per incontrarsi in un corso di regia e decidere di lanciare da soli il loro progetto artistico. A seguito di questa prima parte, sorpresa nella sorpresa, c'è stato il piccolo concerto pop-rock acustico e intimista dei Lunaseven (Renaud Flusin voce e chitarra, Vincent Dumont, chitarra e basso e Matthieu, batterista fantasma). Questa descrizione potrebbe però risultare fuorviante. Uno dei concetti che anima il gruppo è il far girare gli strumenti per non avere un unico cantante o sempre lo stesso bassista. Così, a turno, ognuno suona tutti gli strumenti o prende in mano il microfono.

Luci soffuse, due sedie, due microfoni, due chitarre, un grappolo di invitati ed amici a delimitare il "palco" ed eccoli pronti ad offrire delicate emozioni al pubblico. Il tutto con molta spontaneità e un pizzico di autoironia, che ben si addice alle prime esibizioni live. La voce di Renaud conquista subito, con quel mormorio crescente che diventa litania, sublime ricordo di Thom York. La loro musica presenta influenze dei Radiohead, Muse, ma anche Smashing Pumpkins - è sempre presente una tensione emotiva e una melodia romantica e grave - e Nirvana, come dimostra lo stile di questo live: sognante e malinconico ma per niente melenso. Non sono passati da nessuna scuola né dal Conservatorio ma, come ci dicono loro, hanno frequentano per molti anni: "l'école de la maison". E' dunque tutto fatto in casa, meraviglioso e genuino. Il talento a volte nasce dalla spontaneità.
Per ascoltarli: www.myspace.com/lunalunaseven  
Per maggiori informazioni su Cap au pire: www.capaupire.com

Lidia Falcucci                      (19.10.08)