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Un viaggio lungo 40 anni-Senza orario senza bandiera
Senza orario senza bandiera l'album d'esordio dei New Trolls compie quaranta anni, uscì per la prima volta il 23 ottobre 1968.
Antonio Oleari attraverso le pagine del suo libro, Un viaggio lungo 40 anni, ci guida nel caleidoscopico mondo artistico che si cela dietro la pubblicazione di quest'album, che come lo stesso Oleari ci racconta, non fece così scalpore al suo esordio.
Le storie che portarono al concepimento di Senza orario senza bandiera si svolsero in quel di Genova, città cara a letterati e artisti di ogni epoca... preferisco Genova a tutte le città che ho abitato. Mi ci sento perduto e familiare, piccolo e straniero dichiarava Paul Valéry, e un anno così particolare come il 1968, un'ondata che si abbatte sull'intero mondo giovanile al di là di ogni "bandiera" come afferma lo stesso Oleari.
Nella prima parte del libro facciamo la conoscenza con i protagonisti di questa storia, i giovanissimi News Trolls, un quintetto formatosi tra il 1967 e il 1970 in quel di Genova, che composero e interpretarono le musiche dell'album. Tratto distintivo del complesso è la voce acuta e penetrante di Nico De Palo, cantante e chitarrista della band, accompagnato dai cori in falsetto degli altri membri; oltre a De Palo, Vittorio De Scalzi chitarrista e cantante, il bassista Giorgio D'Adamo, il batterista cantante Gianni Belleno e il tastierista Mauro Chiarugi. Il grande Fabrizio De Andrè, di cui si è già detto molto, se non tutto, in altre pubblicazioni, si occupò della stesura dei testi ispirandosi alle poesie di un poeta, tanto grande, quanto poco conosciuto Riccardo Mannerini, "poeta vero", sulla cui figura Oleari si sofferma molto, anche attraverso un'intervista al figlio Ugo; e infine, Gianpiero Riverberi cui furono affidati gli arrangiamenti, che ebbe il merito di rendere Senza orario senza bandiera, un vero concept album, non solo sul piano testuale, come ricorda Vittorio De Scalzi, chitarrista della band, ricordando il lavoro di Riverberi.
In merito al suo lavoro De Andrè si definii semplice mosaicista, "ho preso da una parte le poesie di un poeta ligure genovese, Riccardo Mannerini, un poeta vero, un poeta con la "p" maiuscola ... e dall'altra parte ho preso le musiche dei New Trolls, già pronte, e ne è venuto fuori un 33 giri che è la storia di un viaggio in cui i New Trolls incontrano diversi personaggi".
Oleari mostra tutta la sua maestria nella descrizione dell'opera sia per ciò che riguarda i testi delle canzoni sia per la descrizione dell'impianto musicale. Il viaggio musicale inizia con Ho veduto per proseguire con i vari brani che Oleari riesce a porgere al lettore come piccoli racconti indipendenti ma al contempo in continuum con gli altri brani.
L'autore non trascura nulla, ci racconta persino la storia dietro la copertina dell'album, di Bunni, pittore di Sturla, al secolo Benito Merli, e arricchisce la storia con vari box ricchi di curiosità sul mercato musicale italiano ed estero in quegli anni e con le storie delle varie case discografiche italiane.
La parte centrale del libro è dedicata alle 10 canzoni dell'album. Tutto ha inizio con Ho veduto una canzone in cui De Andrè mette a frutto la sua maestria nel rendere musicale il testo della poesia di Mannerini che meglio ricorda il periodo in cui il poeta era imbarcato su una nave e viaggiava in lungo e largo per il mondo. L'album prosegue come un viaggio, nelle cui tappe, ci permette di scoprire vari personaggi indimenticabili e riproposti negli anni a seguire dagli stessi New Trolls, Irish alla ricerca della fede, una preghiera-rock, ben rappresentata dal dialogo tra organo e pianoforte, su cui si impone la voce ispirata e commossa di Vittorio De Scalzi; i rimpianti di Susy che da giovane non ritenendo mai nessuno alla sua altezza è invecchiata senza conoscere l'amore è in classico stile New Trolls, con il vibrato e le tipiche note lunghe di De Palo, (l'autore del testo è De André, così come Padre O' Brien scritta con Rosario Leva); le urgenze di padre O'Brien, il missionario, che potrebbe eliminare il dolore dai lebbrosari del mondo con il costo di un missile, una delle canzoni più orecchiabili dell'album, in cui si fanno sentire già le atmosfere barocche, inserite da Riverberi, che diverranno elemento chiave del successivo Concerto Grosso; e infine i segreti del timido Tom, che non riuscirà mai a confessare il suo amore alla ragazza dei suoi sogni, timidezza che viene ben resa dalla musica tenue e aerea, creando un perfetto equilibrio tra melodia e testo.
L'ultima parte del libro si chiude con la descrizione degli anni successivi all'uscita dell'album. Le vite professionali e personali dei nostri protagonisti si separarono e, tralasciando qualche piccolo e sporadico incontro, non si ritrovarono più in quella formazione che rese unica la produzione di Senza orario senza bandiera. Probabilmente le parole adatte per chiudere Un viaggio lungo 40 anni sono quelle usate da Ugo Mannerini, nell'intervista che Oleari gli ha fatto, nel descrivere Senza orario senza bandiera, un album con un elevato valore intrinseco, oggi più facile da comprendere vista la penuria di contenuti che la musica oggi ci offre.
Tiziana Cantarelli (7.12.08)
Antonio Oleari, dopo una laurea in lettere moderne sta frequentando un corso specialistico in filologia. Si occupa da alcuni anni di percorsi musicali alternativi all’interno della trasmissione radiofonica Prog Generator (Radio Cantù) e fa parte della redazione del quaderno trimestrale “contra-APPUNTI” a cura del Centro Studi per il Progressive Italiano.
Un viaggio lungo 40 anni
Antonio Oleari
Edizioni Aereostella
18.90 €