Recensioni >> Camille - Music Hole
Camille, ovvero l'oggetto
non identificato della canzone francese.
Si potrebbe facilmente descriverla come la Bjork d'Oltralpe: la follia e
l'euforia di quest'ultima ci sono tutte! Il terzo album (se non si considera
l'album live uscito nel 2006), Music Hole, uscito nell'aprile 2008 propone sperimentazioni musicali a profusione.
Conferma, quindi, che l'eccletismo è il marchio di fabbrica adottato da Camille
durante questa sua investigazione musicale portata avanti per ben tre album.
Certo l'ultimo arrivato è un album molto diverso dai primi due, rispettivamente Le sac des filles (2002) e Le Fil (2005), con i quali aveva definitivamente
conquistato il cuore del pubblico francese e pure l'ammirazione della critica.
Tanto che nel 2005 era riuscita ad ottenere il Prix Constantin attribuito dal
2002 alla migliore rivelazione musicale francese dell'anno. Premio meritato: un
album come Le fil racchiude, infatti, tante innovazioni musicali che, ovvviamente, non sono
potute passare inosservate! Già il tema conduttore prometteva bene: il "filo"
citato nel titolo attraversava tutte le tracce dell'album ed era in realtà la
nota si che legava ogni
canzone dell'album alla seguente creando così un filo musicale, per l'appunto.
Ma fosse stato solo quello! Nel singolo Ta douleur, con cui l'album era stato lanciato, oltre ad
avere un testo fresco, folle e poetico, conteneva i primi suoni di pernacchie e
sputacchi vari, accompagnati da battiti di mani e vocette di sottofondo.
Nel suo ultimo album, Camille non si è certo tirata indietro nel tentare
nuove sperimentazioni sonore, sempre più bizzarre e nell'aprirsi a nuovi modi
di cantare o di ritmare le sue canzoni. Music Hole passa allegramente da gridi, versi animaleschi,
starnuti, percussioni corporali prese dalla tradizione musicale brasiliana,
beatboxing, per lasciare l'ascoltatore stordito in un vortice di sonorità
davvero alternative e a volte, diciamolo, francamente spiazzanti. E' certo che
non tutti apprezzeranno questo nuovo lavoro, musicalmente folle, capace di
urtare profondamente. Le scelte musicali di questo fenomeno francese sono
radicali e volute. Questo terzo album, ancor più degli altri, si iscrive nel
filone di quelli che o ami o odi, punto e basta. E' interamente acustico,
l'unica presenza di uno strumento musicale propriamente detto è quella di un
pianoforte: Music Hole si nutre di tutte le follie
musicale delle quali Camille è stata capace. Cats and Dogs, per
esempio, inizia come una canzone melodica, quasi un valzer obsoleto, per poi
salire in un delirio di guaiti e rumori animaleschi vari: una cagnara insomma,
ma con stile. Nella bella Home is where it hurts l'ascoltatore si imbatte in percussioni
corporali, beatbox e sovrapposizioni di varie voci, dopo un'inizio musicale in
stile Musical, per l'appunto. Gospel
with no lord il primo singolo di
quest'album, è un'altro esempio della volontà dell'artista di addentrarsi nelle
sabbie mobili della sperimentazione. L'inizio del brano è scandito da
percussioni (ovviamente sempre e solo corporali) e con rumori fatti con la
bocca. Poi si aggiunge il pianoforte e la melodia prende la strada del gospel
(come dal titolo), per sfociare infine in un'esplosione di ilarità, che ricorda
l'idea di it's all so quiet di Bjork.
Comunque, Camille non è solo un'illuminata che vuole fare sfoggio della sua
creatività esagerandone i contorni. Il talento, Camille lo usa bene, esplorando
nuovi territori sonori con la volontà di farsi e farci, piacere, e forse anche
di scuotere un po' un panorama nazionale reticente a prendere veri rischi
musicali. Per concludere bisogna far notare che quest'album, degno di stima e
attenzione, ci ricorda pure che, a volte, le cose semplici rimangono le
migliori.
Lidia Falcucci