Settimanale, anno 17 - n. 8
Dom, 8 Settembre 2024

Recensioni >> Metallica- Death Magnetic

Quanti anni sono che i Metallica suonano e incidono albums? Quante fasi belle e brutte hanno passato durante la loro carriera? Beh sono 35 anni piu o meno e sono anche un gruppo metal che in 35 anni ha segnato e segna sempre il corso della musica metal. Tanti e grandi albums sono usciti dalle mani di questi ragazzi, grandi canzoni dallo stile riconoscibilissimo.
E' logico che in 35 anni di carriera ci siano momenti alti e bassi e di momenti bassi i Metallica ne hanno passati molti, momenti di grandi crisi nel gruppo con abbandoni e nuove entrate e negli anni novanta da paladini e miti della scena metal sono diventati una macchietta. Ora invece ritroviamo i
Metallica con il loro nuovo album Death Magnetic dove ritornano ad un suono grezzo, duro, quasi vicino ad albums come And justice for all o Garage Inc.
James Hetfield urla in ogni canzone, la sua voce esprime dolore e rabbia e nell'album ci sono momenti musicali di altissimo livello dove il suono, la melodia, il cantato raggiungono l'apice dello stile Metallica. In particolare i primi tre brani
That was just your life, The end of the line e Broken beat and scarred aprono l'album con una carica ed una velocità che riporta veramente al suono di molti anni fa. In particolare Broken beat and scarred è tirata, urlata, violenta, le chitarre e il basso ti smuovono nello stomaco nel loro ondulare. Forse è il brano che piu si avvicina alle sonorità del loro capolavoro And Justice For all sia per l'incedere delle chitarre sia per la ritmica.
Il primo singolo uscito dell'album 
The day that never comes e' una canzonetta che alla fine ti rimane in testa e che ti ritrovi a canticchiare durante il giorno.
The unforgiven parte terza ricorda si vagamente le altre "unforgiven" ma comunque si distacca anche come costruzione e melodia e per fortuna ci fa pensare che i Metallica hanno ancora qualcosa da dire. Chiudono l'album la strumentale Suicide&Redemption e il grande grande brano My Apocalipse, tirato secco al limite del punk che ricorda quasi le sonorità del primo album. Un album quindi che riporta i Metallica a quel suono tanto amato che decisamente ci mancava. C'è freschezza di idee anche se nulla di così eclatante e sorprendente ma è sicuramente l'album che ci mancava e che finalmente li riporta al pubblico, ai loro fans. Sorprende la voce di Hetfield così urlata, sorprende anche il ritorno spettacolare della chitarra di Kirk Hammet ed i suoi assoli schizzofrenici assurdi e velocissimi.
Ritornano quindi in quella sezione del
Trash Metal da loro guidata per decenni con un opera di buon livello, forse dal vago sapore commerciale e studiato per poter riprendere quella parte di fans persi sia per la bassa qualità delle loro opere vecchie sia per la lotta, a volta senza ragione, intrapresa contro Napster, ma comunque con una buona qualità di brani.
Quindi un disco che si fa ascoltare ripetutamente e che piace sempre di piu ad ogni ascolto e ci fa dire: "bene siete tornati ora dateci il meglio perchè noi siamo qui e attendiamo".

Claudio Lodi          (22.2.09)