Recensioni >> White tree - Cloudland
Quando
due o più persone che non si conoscono fra loro oppure che arrivano da due
realtà lontane per provenienza si incontrano, si avvicinano molto spesso l'uno
all'altro con una buona dose di eccitazione e curiosità ma anche forse con un
pizzico di diffidenza.
Lo scoprire che un musicista italiano e
compositore classico, seduto al suo pianoforte e che due tedeschi compositori
di musica elettronica, si siano uniti molto segretamente per dare vita ad un
progetto live e un cd di musica originale, nuova, ci è sembrato un evento da
non perdere. Tutto
questo si è materializzato quando nel 2006 il pianista Ludovico Einaudi e i fratelli Robert e Ronald Lippok hanno iniziato una proficua collaborazione che
li ha portati ad esibirsi in alcuni concerti italiani. Oggi questo progetto,
con il nome White Tree, è
diventato un cd Cloudland.
Einaudi
non è estraneo all'utilizzo di suoni sintetici e si è sempre distinto per la
modernità delle sue composizioni, per la sua capacità di entrare in mondi
diversi, come quello del cinema.
I
Lippok, fondatori del gruppo To Rococo Rot, hanno aperto la via ad un nuovo
concetto di musica elettronica, contaminandola di vari stili, rendendola più
viva e pulsante, proprio grazie all'originale modo di suonare la batteria di
Ronald.
Cloudland è ispirato al racconto di Amos Tutuola "The
palm-wine drinkard" e critica lo stile di vita troppo freddo e frenetico che è
tanto radicato nel nostro presente. Le registrazioni sono avvenute in un luogo
molto particolare e dall'acustica unica, il Planet Roc di Berlino, studi della
radio della ex Berlino Est.
Il
disco si apre con Slow ocean,
dolce e indolente composizione che parla come le onde del mare. Da queste prime
note si ascoltano le chiare intenzioni dei tre artisti. Il tutto ruota attorno
ad un delicato gioco di rimandi, di domande e risposte, con sporadici echi, tra
un suono sintetico che ispira un accordo di pianoforte.
Nelle tracce che
seguono, l'intensità dell'esecuzione e la tensione della composizione, salgono,
si attenuano, chiariscono il continuo dialogo tra gli strumenti, le note.
Protagonista dell'intero cd è senza dubbio la bellissima melodia popolare che
ci accompagna nell'ascolto. Una melodia profonda, matura e mai scontata.
Necessaria!
Citiamo
tra i momenti più intensi e affascinanti il crescendo in Tangerine. Questo stupendo album si chiude come si era
aperto, in modo riflessivo e caldo; e non è un chiudere la porta, ma uno
spalancare la vita alle emozioni!
Claudio Donatelli (1.3.09)