Soundcheck >> Luca Olivieri - La quarta dimensione
Ti piace fare musica? Faccela ascoltare!!!
Luca Olivieri - La quarta dimensione. Avete mai provato a metter su un disco, sdraiarvi sul pavimento, spegnere la luce e interrompere i pensieri lasciandovi andare al suono puro?
La copertina di La Quarta Dimensione di Luca Olivieri, musicista e compositore milanese mi ha da subito colpito. Una semplice conchiglia su un sfondo di colore indefinito. Dopo averla scrutata per qualche secondo ho fatto un patto con me stessa. Non volevo sapere nulla del passato artistico di Luca Olivieri, ne di cosa dicessero gli altri di lui e dei suoi lavori. Avevo soltanto bisogno di ascoltarlo subito di getto prima di poter formulare qualsiasi tipo di opinione. Sentivo la necessità di ascoltarlo in modo totalizzante, di immergermi nella sua musica.
Il primo pezzo, Angelina ha avuto su di me un forte impatto. La melodia semplice mi ha condotto in un atmosfera sognante e a dir poco fiabesca. Il ritmo costante e asciutto delle percussioni, il glockenspiel che si somma alle voci strumentali in un tenue crescendo mi ha donato una sensazione di rilassatezza assoluta. Dopo aver ascoltato per intero il cd scopro non solo che moltissimi musicisti del calibro di Mario Arcari storico collaboratore di De Andrè e alcuni componenti degli Yo Yo Mundi hanno partecipato al disco in assoluta armonia negli arrangiamenti e nelle parti, ma che questi lavori musicali sono state colonne sonore di spettacoli teatrali, idee o parti di idee utilizzate per sonorizzare film d'epoca muti. Questo mi ha incuriosito ancora di più.
Il timbro nostalgico della fisarmonica in contrapposizione con l'acutezza del glockenspiel che introduce l'Attesa mi fa pensare allora alle strade di Francia, ai paesaggi nordici cupi ed estremamente malinconici. La Quarta Dimensione fa viaggiare con la fantasia. In un momento sembra di essere in un posto, un momento dopo ci troviamo dall'altra parte del mondo. I timbri strumentali sono distanti e talvolta vicini tra loro sempre in completa armonia col contesto generale dell'album. In Un mondo segreto la melodia del flauto (a tratti arabeggiante) che si muove vorticosa alternandosi al clarinetto si sposa perfettamente con l'armonia dei suoni creati dalle tastiere di Olivieri richiamando situazioni idilliache. A volte si ha l'impressione come Nel Sogno di Napo e in Fantasmi di trovarsi in un cupo e tetro videogioco al cospetto di un clown sorridente, di quelli che spaventano i bambini (e non solo!). L'ossimoro più grande è questo. La melodia utilizza toni allegri e spagnoleggianti (chitarra elettrica, clarinetto e fisarmonica sono arrangiati in modo eccezionale) ma ciò che mi viene in mente è sempre comunque un qualcosa di oscuro.
La scelta dei suoni, dei tempi, il saper esprimere emozioni contrastanti è la cosa che più mi ha colpito di quest'album.
Baricentro morale esprime in tutta franchezza un tono calmo, apparentemente sereno in cui il violoncello contribuisce a creare un senso di pace e quiete infinita. Ascoltandolo immagino prati verdi e sconfinati, una fattoria nel piano della sua naturalezza, un mattina di primavera. Il finale contraddice questa calma apparente. L'impiego di sonorità aperte e sempre meno definite fanno mutare immediatamente il mio stato d'animo. All'orizzonte e sul calare della composizione io divento inquieta.
In questo concept album, se così posso permettermi di chiamarlo, se ne ha per tutti i gusti. Voglio abbandonarmi al passato? Ecco che arriva Ricordo che mi riporta ad atmosfere fresche, pure e giovani. Sembra quasi una allegra ninna nanna che mi fa sorridere e chiudere gli occhi sognando di quando ero bambina e adoravo stare con gli altri, di quanto mi piaceva fare giri sulle giostre, e di quanto andassi pazza per i dolci.
La composizione che secondo me risulta essere più intensa e forse la più rappresentativa della quarta dimensione, che è poi credo rappresenti lo scorrere del tempo, è Chrome. L'introduzione sonora soffice mi trasporta in un mondo atemporale, privo di riferimenti alla realtà. Soltanto allora capisco ciò che il compositore è riuscito a fare attraverso la sua musica: condurmi in un luogo senza tempo. La melodia di questo pezzo è semplice e ripetitiva ma mai scontata. I suoni cambiano di volta in volta, gli strumenti si succedono e gli strati della tastiera si aprono, si chiudono e si fondono passando per il ritornello strumentale sostenuto dal timbro dolce del violoncello. Il pezzo sembra chiaro, orecchiabile ma racchiude un significato assai più complesso. Il senso di colore, di varietà è un aspetto che sembra non essere tralasciato in questo lavoro.
Dopo l'ascolto di questo cd sono convinta ancora di più che ci sono persone in grado di dare molto al mondo della musica. E sono ancora più ferma nel dire che i musicisti hanno molto da dire, al contrario di ciò che si vocifera in giro o di ciò che l'industria musicale vorrebbe farci credere. Il mondo può ancora smuoversi. Ringrazio di cuore Luca Olivieri (e naturalmente tutti i musicisti che hanno collaborato alla stesura della Quarta Dimensione) per aver posto un altro mattone sul muro che tutti i musicisti emergenti e non cercano di risalire ogni giorno: quello della musica vera, che esprime e che fa viaggiare.
Martina Sanzi (14.3.09)
Per approfondire http:\\www.myspace.com/laquartadimensionespace