Settimanale, anno 17 - n. 18
Gio, 21 Novembre 2024

Recensioni >> Lucinda Williams - Little Honey

"Hey, manca il basso! Ok...dai batti quattro e si riparte", tutto come in un viaggio quando alla partenza ci si scorda di qualcosa , ed eccolo qui il nuovo album di Lucinda Williams che graffia con le sue chitarre e ci invita a seguirla in questo suo nuovo viaggio.   
Icona del country rock americano, la Williams con il suo Little Honey è al suo decimo album (se contiamo anche l'album Live at the Filmore) dove si ritrova il suo suono graffiante, la voce rauca, calda. Tutto questo dopo un album "west" più cupo che ci portava a viaggiare nella sua vita personale con i suoi problemi e dolori, come la perdita della madre. Un album all'insegna del rock dove, con la band Buick 6, considerata al momento la miglior road band rock in circolazione, e con una serie di amici, come Elvis Costello, Susana Hoffs delle Bangles e il mito del country Charlie Louvin, costruisce 13 brani tra il rock, il country, il blues il tutto amalgamato dalla sua voce in piena forma. Real Love apre l'album, il viaggio, questa fuga di un'ora, e la nostra rocker ci canta "I found the love I've been looking for, It's a real love, it's a real love, standing up behind an electric guitar". E' un brano semplice e chiaro con chitarra, basso e batteria ma che indica già la strada che prenderà chi viaggerà con lei ascoltando tutto l'album. Con Circles and x's, Tears of Joy, Little Rock Star, dedicata quest'ultima alle piccole comete del rock che spariscono velocemente, ritornano le sonorità tipiche, lenti blues e lenti brani country. Little Honey Bee porta la Williams sempre più vicina al suo alter ego maschile ovvero al suono e alla voce del grande Neil Young, ascoltate la chitarra distorta e acida di Doug Pettibone che per tutto l'album viene lasciata libera senza controllo. Spesso i brani di Lucinda e il modo di suonare si avvicinano a quel rock acido, psichedelico che è nato con la chitarra di Neil Young e della sua Band, allontanandola spesso dal cliche del country rock. Nel brano Well Well Well canta e suona insieme a Charles Louvin ricreando sonorità country e blues di inizi del 900. Sorprende piacevolmente sentire la voce di Elvis Costello entrare nel brano Jailhouse Tears (stupendo gioco di parole tra gelosia e galera), e come ancora una volta dimostra la versatilità di Costello nell'adattarsi anche ad una voce complessa come quella di Lucinda. Seguono e chiudono Knowing, Heaven Blues, dove la perdita della madre si fa sentire di nuovo in un blues dal suono rurale, seguono Rarity e Plan to marry una splendida ballata acustica. Ma è con il brano di chiusura dell'album It's a Long Way To The Top, che riemerge la voglia di rock della Williams con una cover di un brano degli AC/DC del 1975, scelta particolare e strana per una icona del country rock. Little Honey sta infatti qui per dire che è forse l'album piu rock mai fatto dalla Williams, non è sicuramente un capolavoro come potevano essere i suoi vecchi albums come Car Wheels on a Gravel Road o World Without Tears, ma è un album dove dimostra ancora che a 50 anni si può fare rock con la erre maiuscola, dove non serve cantare sempre dei propri problemi, ma si canta e basta, si suona e basta, si mette il cd nel lettore e ci si fa accompagnare o si segue la Williams nel suo viaggio fatto di rock, di blues, di country, di chitarre tirate e morbide, di ballate, di amori e passioni. Ci si potrebbe addirittura spingere a chiamarlo un miracolo se consideriamo le attuali soluzioni musicali che ci vengono proposte.

Claudio Lodi                   (5.4.09)