Soundcheck >> Piano For Airport - Much More EP
Ti piace fare musica? Faccela ascoltare!!!
La condizione primaria per cui una band e la sua produzione artistica funzioni è che all'interno ci sia armonia, inventiva, voglia di comunicare e soprattutto una buona dose di stravaganza. Perchè dico questo? Perché Much More - primo lavoro autoprodotto dei Piano For Airport - è un EP di particolare forza espressiva. La ristrettezza dell'EP (soltanto tre pezzi) dà modo all'ascoltatore di farsi un'idea, dando un delizioso assaggio della poetica della band romana formata da Lorenzo Lupi (chitarra e voce) Massimo Pastori (basso e drum machine) Strefano Bernardini (piano sinth e voce) Marco Reda (batteria).Il senso di originalità e di rielaborazione di diversi stili e modi d'espressione è una delle cose che cattura l'ascoltatore in questo lavoro. Ogni qual volta si riascoltano i brani, ci si trova sempre qualcosa di nuovo, come se fossimo travolti in un vortice di pensieri contrastanti, in continua evoluzione.
New season si presenta con un soffice riff di piano che sembra calzare a pennello con il motivetto sbarazzino della voce. Per un momento si ha la sensazione di ondeggiare la testa a suon di batteria elettronica con un sorriso allegro stampato sulle labbra. L'atmosfera del pezzo però sembra mutare in modo sostanziale dove l'intreccio tutto nuovo di voci dà spazio ad una forte carica esplosiva dove il suono diviene duro e sporco rispetto ai leggeri e cristallini arpeggi di chitarra dell'iniziale attacco. Molto interessante sono i crescendo e i diminuendo della batteria che sembra muoversi indipendentemente ma che allo stesso tempo partecipa attivamente alle fasi acute ed emotive del pezzo. Il giro di basso dal ritmo serrato e particolare di Inline ci porta in un'atmosfera limpida dal colore blu intenso sostenuta dalle voci che si rincorrono in un crescendo molto coinvolgente. Il tempo cadenzato e originale dà spazio a un brano di estrema cura sonora e di spiccata capacità di arrangiamento, cosa veramente rara di questi tempi nel nostro paese. Il chorus cantato all'unisono dona corpo ed intensità a tutto il brano che sembra essere a tratti spensierato a tratti malinconico.
Fake Nora è un intenso brano in cui si sentono diverse influenze della band romana (echi radioheaddiani risuonano nella parte finale). Campionamenti sparsi e arpeggi minimali donano un senso di sospensione e fanno sì che l'ascoltatore si senta non solo spaesato, ma estremamente incuriosito da ciò che verrà. La voce, al limite del falsetto richiama una forte introspezione subito seguita dal break che tiene sospesi, incollati e incantati in un mondo parallelo. E' solo allora che ci si lascia andare al chorus di alta intensità e impronta emotiva in cui il cantanto che ripete una stessa frase in echi sempre più complessi riuscendo a comunicare la poetica e l'ottima intesa dei Pfa.
La musica è espressione di noi stessi. Molto spesso è il solo mezzo di cui l'artista si serve per comunicare col mondo esterno. Quando tra il musicista e l'audience si crea un perfetto scambio di idee e di emozioni allora si può dire di aver capito a fondo la sua potenza espressiva. Speriamo di riuscire ad ascoltare Much More.
Martina Sanzi (7.6.09)