Settimanale, anno 17 - n. 18
Sab, 23 Novembre 2024

Soundcheck >> Magentha Vol

Ti piace fare musica? Faccela ascoltare!!!

Senza paura e esitazione, da Forlì arriva l'urlo roco e tagliente dei Magentha Vol. Dario (voce e chitarra), Alessandro (chitarra e piano), Carlotta (batteria) e Nicola (basso) sono presenti da qualche anno sullo scenario del rock italiano ed hanno già raggiunto vette notevoli come l'Heineken Jammin' Festival 2008 (oltre a numerosi passaggi radio). Si propongono da qualche tempo col loro primo album Sub (2009) che già dalla manifattura del cd stesso ci suggerisce un ambiente piuttosto surreale e onirico.
 La custodia del cd è molto particolare, con una cura quasi maniacale per i particolari, in cui la curiosa disposizione dei testi ricorda in qualche modo le "parole in libertà" tipiche dei futuristi, intervallate da disegni nel perfetto stile di Leonardo da Vinci.
Ritmi serrati, chitarre distorte e voce distorta e graffiante sono la prerogativa dei groove dei Magentha Vol e che ritroviamo nei loro pezzi, ad esempio in Sub (che dà il nome al disco), Mecostress a cui va aggiunta Verve che, grazie al suo riff iniziale, ne rende quasi automatico il ricordo.
La varietà dei ritmi è la caratteristica numero due: chi l'ha detto che cominciare in un determinato ritmo ci costringa a perseguirlo fino alla fine? In realtà è come se ogni pezzo venisse vivisezionato e smembrato in pezzi più piccoli e ricomposto secondo un diverso criterio di assemblaggio che spesso porta all'alternanza di ritmi anche completamente diversi.
Non mancano le atmosfere riflessive di Abat-jour: Dissidio e Poynting della chitarra e della voce  persuasiva di Dario (autore anche dei testi). In alcuni momenti è possibile ascoltare anche la presenza di un arco che contribuisce a queste atmosfere particolari. Un occhio di riguardo va ai testi di Ostetrica e Cieli sordidi (che ricordano un po' le sonorità dei Tiromancino) poiché ci parlano in uno stile discorsivo e suggestivo, piuttosto che nello stile del verso. Infine,  vorrei porre un'attenzione particolare a Non lasciate i fiori nel fango (pezzo prevalentemente strumentale con la presenza di una voce elettronica iniziale, simile ad un avviso da dare a chi ascolta) e (...il come dire) che non è altro che il preludio di Nuova gestazione: qui il pianoforte sembra essere la colonna portante del pezzo che lo accompagna dall'inizio (con un riff) e che si trasforma e varia nel corso del pezzo. L'arrangiamento sostiene e si amalgama con le parole per arrivare all'esplosione finale che si conclude in un nuovo riff di pianoforte.
Ogni elemento (musicale e non) fa parte di un progetto più grande e ed è necessario alla resa finale dello stesso progetto, come ogni organo di un essere vivente che è capace di contribuire alla sopravvivenza, ed è quello che esprimono i Magentha Vol con la propria musica, cercando di trovare un posto nella scena musicale italiana pronti a combattere con un grido e una distorsione.

Mina Chiarelli          (28.06.09)