Pop Corn >> Musica di plastica
Libri da sentire, film da ascoltare
La ricerca dell'autenticità nella musica pop
Kurt
Cobain, Leadbelly, Elvis Presley, Neil Young, Donna Summer, John Lydon cosa
hanno in comune se non la stessa professione? È
quello che Hugh Barker e Yuval Taylor, autori di Musica di Plastica (Isbn edizioni) cercano di spiegare con un'attenta analisi sull'autenticità nella
musica pop.
Una
delle maggiori critiche mosse alla musica pop, soprattutto dopo gli impegnati e
quanto mai rivoluzionari anni sessanta, è
l'autenticità. Intesa non tanto come concetto di verità ma come capacità di un
artista di esprimere attraverso l'arte il proprio essere senza filtri e
sovrastrutture. Ed è proprio questo che fa la differenza, tra artisti come
Jimmie Rodgers e Kurt Cobain, esempi di integrità per ciò che riguarda la loro
capacità di essere sempre loro stessi nel privato come su di un palco, a gruppi
come gli Abba o artisti come Donna Summers, che hanno fatto delle loro
memorabili performance qualcosa di molto teatrale al di là del loro essere se
stessi, e la cui musica, per tale ragione, non è mai stata considerata
all'altezza, anzi spesso, anche disprezzata poiché valutata non autentica. In
virtù di questa ricerca dell'autenticità nella musica la critica ha sempre
aspramente contestato artisti che pur facendo al meglio il proprio mestiere
"recitavano" una parte, considerando il loro lavoro meno serio o meno
importante di quello di altri che invece, da sempre, fanno della propria vita
arte, nel senso di scrivere testi e interpretarli secondo il loro modo di
sentire e di essere.
L'intento
di Musica di plastica è quello di
far luce su questa fenomenologia attraverso dieci punti di svolta della musica
dagli anni '50 in poi.
Sicuramente
uno dei personaggi più significativi con cui il libro si apre è Kurt Cobain, leader
dei Nirvana, che si tolse la vita all'apice del successo. Da quel momento
Cobain è divenuto per tutti i suoi fans un'icona di purezza e autenticità con
la quale confrontarsi. Come molti suoi coetanei, Cobain prima di divenire
famoso era stato un adolescente problematico che amava la musica e utilizzava
come metro di giudizio del valore artistico di un cantante o di un gruppo,
l'autenticità, il non assoggettarsi alle logiche di mercato sono per
raggiungere il successo. Capita, però, assai di rado che la via per il successo
si coniughi bene con l'autenticità, ed ecco artisticamente uno dei grossi
conflitti che Cobain si trovò ad affrontare di fronte al suo pubblico. Purtroppo
per lui, prese troppo sul serio questo bisogno, permettendo a tutti di sguazzare
nelle proprie sofferenze, non riuscendo più a controllare la situazione al
punto tale di arrivare a commettere l'ultimo gesto autentico, togliersi la
vita.
Scorrendo
le varie pagine del libro traspare chiaro cosa nasconde il concetto di
autenticità. Spesso per un artista divenire famoso comporta riuscire a trovare
una chiave di lettura di se stessi che piaccia agli altri, il pubblico. Troppo
spesso accade però che l'idea che si ha di se non corrisponde all'immagine che
gli altri hanno di noi. Un artista deve fare i conti con questa discrepanza e
ha solo due scelte possibili, accentuare tale discrepanza, puntando su
un'immagine teatrale e recitando costantemente una parte, sottraendosi in tal
modo da questo bisogno di autenticità; oppure cercare di ridurre al minimo il
divario tra personaggio e persona. Compito quanto mai difficile perché richiede
un approccio di assoluta onestà con se stessi e con gli altri e un continuo mettersi
in discussione come è accaduto appunto a Cobain o prima ancora a John Lennon. Al
di là di tutto rimane molto difficile comprendere quanto ci sia di autentico
nella musica e troppo spesso è un giudizio frutto di preconcetti.
Tiziana Cantarelli (5.7.09)
Musica di plastica
Hugh Barker &
Yuval Taylor
Isbn Edizioni, 2009
Traduzione Giuseppe
Marano
203 pagine, € 29.00