Soundcheck >> Chiara Raggi - Molo 22
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Frizzante ed alquanto esotica, Chiara Raggi si propone nel suo album d'esordio Molo 22 (2009). La cantautrice di origine romagnola ci espone in maniera molto personale i luoghi in cui è vissuta, dalle atmosfere create dall'armonia dei pezzi ritroviamo, infatti, il litorale di Rimini (dove è nata e dove ha vissuto la sua adolescenza), la spiaggia, il mare, la calma notturna, le sere musicali e la luce lunare. Non radi sono i rimandi ad uno stile di scrittura tipicamente poetico ed alla recitazione vera e propria del testo (Alcune mattine) quasi come se fosse una testimonianza della sua esperienza che l'ha portata a contatto con numerosi poeti e autori italiani. Lo stesso stile della Raggi può definirsi quasi poetico: ogni pezzo è una storia in versi, è il racconto di una scena vista (e molto probabilmente vissuta) negli anni della crescita interiore e musicale nel proprio luogo d'origine.
Molo 22 (che dà il nome all'intero album) ci porta direttamente ad una passeggiata di settembre: "aria di sale, piedi bagnati, polvere e luna", olfatto vista e tatto coinvolti da un paesaggio marittimo notturno. L'arrangiamento allegro ed effervescente fa pensare ad una passeggiata notturna solitaria in cui potersi rifugiare: "le passeggiate al Molo 22 sono un rito vitale!". Dopo essersi diplomata in Chitarra Classica al Conservatorio "G.Lettimi", si trasferisce a Torino, ma, come succede a tutti i cosiddetti "emigranti", restano sempre nel cuore i luoghi d'infanzia e la terra d'origine, "sola col mio tempo, lascio le radici" (Il viaggio). Prorompente è la presenza di sonorità etniche e aria di festa, testimoniate anche dalla collaborazione di Roberto Taufic Hasbun (chitarre, tastiere, cavaquinho e viola caipira) e di Gilson SiIveira (percussioni), senza dimenticare gli altri strumentisti che hanno collaborato al progetto, Eduardo Taufic (melodica e pianoforte), Federico Marchesano (contrabbasso), Leonardo Enrici Baion (clarinetto) e Evelina Paiano (flauto).
Dato l'ensemble strumentale molto variegato, anche il carattere dei pezzi risulta molto differenziato: dalle sbarazzine Moschina e Confessioni, alle nostalgiche Non è importante ed E' cambiata la notte. Non mancano riferimenti anche alle atmosfere jazzistiche e di bossa nova (Stomaco e musica): la voce estremamente pulita di Chiara emerge dalle armonie create dagli strumenti in maniera molto naturale, lasciandoci immaginare che il suono di questa voce provenga da una ragazza semplice e "acqua e sapone", proprio come la sua voce. A volte a fare da ambiente è l'atmosfera soft di un locale di musica etnica, a volte è lo schiamazzo di una festa in strada, fino al salottino intimo, perfetto per un'esecuzione chitarra e voce, di Angelo rosso, come se fosse un saluto a tutti quelli che sono rimasti lì seduti ad ascoltare fino alla fine.
In un panorama della musica italiana (e non) caratterizzato da imitazioni varie e ricerca di voci sempre più "complicate", la proposta di Chiara Raggi risulta valida e di facile accoglienza da parte di una grossa fetta di pubblico.
Mina Chiarelli (4.10.09)