Settimanale, anno 17 - n. 18
Gio, 21 Novembre 2024

Sulla musica >> La musica nel cinema del dopoguerra italiano

Studi, tesi, riflessioni sulla musica

Capitolo 2.1 (parte 7) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i "maggiori", fra tradizione ed innovazione  

Enzo Masetti e Il testimone  

Nato a Bologna il 18 agosto 1883; morto a Roma l'11 febbraio 1961. Compositore italiano, studia composizione a Bologna con Alfano diplomandosi nel 1920 e si dedica particolarmente alla musica per film; insegna questa materia al conservatorio di Roma e al Centro Sperimentale di Cinematografia dal 1942 fino alla morte. Tra le sue composizioni sono da ricordare: Contrasti ('32) per orchestra; Il gioco del cucù ('28) per pianoforte; le opere teatrali La fola delle tre ochette, Fiaba teatrale ('28), La mosca mora ('30), La bella non può dormire ('57). Ma più di queste composizioni musicali, sono importanti i suoi commenti per film, circa una sessantina, quasi tutti da ritenersi soddisfacenti. Masetti, infatti, è un vero pioniere nella concezione del commento musicale cinematografico in senso quasi del tutto moderno: impiego di tutti gli elementi costitutivi di cui la musica dispone per il raggiungimento di quell'unico fine che è l'unità formale con l'elemento filmico, tanto vagheggiata ma raramente raggiunta. Diciamo quasi del tutto moderno poiché egli resta ancorato a concezioni tradizionali quale è, per esempio, il riempire il film di troppa musica. Ma il suo ideale sembra essere quello di servire il cinema e, con esso, l'immagine, unica vera, prioritaria ed assoluta essenza del nuovo mezzo. Infatti, per Masetti "il commento musicale richiede soluzioni sempre diverse e legittima l'uso di elementi disparati come effetti, rumori, musica preesistente, purché tutto si fonda nel risultato finale, diventi cinema."
Tra i tantissimi lavori cinematografici cui prende parte si citano: Cavalleria ('36) di G. Alessandrini, La fossa degli angeli ('37) di C. L. Bragaglia, Piccolo mondo antico ('41) di M. Soldati, Fari nella nebbia ('41) di G. Franciolini, Gelosia ('42) di F. M. Poggioli, Enrico IV ('43) di G. Pastina, Il testimone ('45) di P. Germi, La porta del cielo ('45) di V. De Sica, Un giorno nella vita ('46) di A. Blasetti, L'onorevole Angelina ('47) di L. Zampa, Fabiola ('48) di A. Blasetti, Vulcano ('49) di W. Dieterle, Il lupo della Sila ('49) di D. Coletti, Il brigante Musolino ('50) di M. Camerini, Camicie rosse  ('51) di G. Alessandrini, Processo alla città ('52) di L. Zampa. Non bisogna dimenticare, inoltre, che nel 1941 vince, al Festival di Venezia, il primo premio per la musica di Nozze di sangue e nel 1946, per Malia di G. Amato, ottiene il primo Nastro d'argento in assoluto, visto che proprio in quella stagione inizia questa nuova tradizione premiativa.

Gianluca Nicastro    (11.10.09)

Segue nel prossimo numero!
Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro La musica nel cinema del
dopoguerra italiano