Recensioni >> Petrina - In Doma
La musica parte da un'idea, cresce parallelamente alle emozioni, alle sensazioni. Nel caso di alcuni artisti questo fattore sembra essere onnipresente, in altri invece ciò che si ritrova è molta tecnica ma scarsa emotività. Altri ancora possono stupirti perchè non rientrano in nessuna di queste caratteristiche.
E' il caso di Petrina che con il suo album In Doma è riuscita non solo a suscitare curiosità ma ha scatenato una vera e propria sensazione di ilarità. L'album fa le sue presentazioni già dalla copertina dai colori brillanti. Una foto che ha il sapore di quotidiano, di casalingo, di puro. Pure sono anche le sue influenze, mai insistenti, sempre rielaborate. Si passa dalle sonorità jazz, al rock o al classico con una originalità unica. Di ottimo gusto sono le citazioni letterarie (da La bisbetica Domata di Shakespeare e alla voce di Ascanio Celestini) e collaborazioni (Emir Bijukic, Amy Kohn).
In Doma (che rappresenta appunto l'indomabile) si apre con l'introduzione dell'organetto di Babel Bee, fresco e simpatico. A ce soir è bella, originale. L'idea di comporre un testo plurilinguistico è un tocco di classe. Il ritmo è coinvolgente, il chorus assordante e in due minuti ci si ritrova già a canticchiare sorridenti e estremamente soddisfatti.
Il lato teatrale di Petrina si ritrova in She-Shoe, dove i richiami anni sessanta della parte strumentale si sposano perfettamente con il doppi sensi del testo. Entrambe le parti sono attente a non pestarsi i piedi a vicenda. Tutto in questo lavoro sembra molto equilibrato e colorato anche se non mancano momenti di riflessione dalle sonorità scure come in Notte usata o dalla leggerezza di Ghost Track in cui l'estrema sensibilità testuale si combina armonicamente con il pianismo di Petrina.
Trovata divertente e geniale è quella di racchiudere frasi quotidiane e di clichè in SMS (un po' come i Marta sui tubi con ritagli di giornale) che rimane un pezzo asciutto e minimale.
In Asteròide 482 si gioca in modo esemplare con voce, testo, ritmo ed effettistica. Tutto sembra perfettamente in equilibrio. L'improvvisazione della voce al limite del jazz è completamente libera da qualsiasi forma d'espressione schematica e dà alla composizione un senso di spensieratezza. Tutto è brioso, frizzante e giocoso. Un po' come alzare gli occhi al cielo e sospirare. Fuori Stagione contiene tempi lenti e più ritmati, dove nella seconda parte il pianoforte si lancia in un esplosione di suono. Petrina che prima di tutto è una grandissima musicista trova per i suoi testi soluzioni bizzarre in diverse lingue (Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo e persino Ungherese!) non peccando mai di presunzione.
Nella settima traccia, (Pool Story) che spesso rappresenta la chiave di volta e il punto di forza di un album, risuonano gli echi sensualissimi rock-blues stile Dazed and Confused dei primi Zeppelin, grazie anche al contributo chitarristico di Elliot Sharp. Il testo intimistico sottolinea con grande forza l'atmosfera generale del pezzo, dove la frase "I jumped all alone" viene cantata e gridata fino alla fine del pezzo.
In questo disco la cura per il suono è evidente, gli arrangiamenti non sono mai lasciati al caso, e la gamma di suoni e strumentazione è un punto a favore in questo mondo musicale ormai sciapo e restio alle novità.
La presenza di organetti e toy piano danno all'album un tocco magico e infantile come in Sounds-like dove Petrina si trasforma in cantastorie narrando la storia di un pesce stravagante e inadatto al mondo in cui vive (alcuni suoni sembrano interpretare il guizzo del pesciolino). Il pezzo è seguito da una seconda parte molto ritmata, tipico di tutto l'album, in cui il suono si espande per tutto il resto della composizione. Tutto si conclude nel caos con un ultimo sospiro che lascia a noi la scelta sul finale della storia. Sarebbe sciocco racchiudere Petrina in uno schema, o cercare di afferrare tutta la sua musica.
Consiglio semplicemente questo disco a chi ha voglia di sognare, di varcare sconfinate soglie in cui rivivere esperienze passate e fantasticare su eventi futuri. Chi adora l'impatto sonoro, sicuramente troverà In Doma un album da ascoltare non solo ad alto volume ma anche ad alta velocità.
Martina Sanzi (9.11.09)