Recensioni >> Lutte Berg - Landskap
Il Blu di Landskap Canta la chitarra elettrica di Lutte Berg allo zen-0 a Roma. Una voce intensa e nostalgica, accompagnata dall'elegante contrabbasso di Luca Pirozzi un'energia delicata e per nulla aggressiva. Presentano Landskap, il nuovo disco di Lutte Berg ensemble con Alessandro Gwis al piano e Massimo Manzi alla batteria. Un viaggio verso nord, tra paesaggi azzurri e freddi, fatti di ghiaccio nuvole e acqua.
Suoni leggeri e delicati che incantano, aprono il disco. Richiamano da subito melodie dei canti popolari svedesi miste a melodie classiche che si aprono con pochi virtuosismi in strutture armoniche complesse. Il piano è dolce e morbido e subito si scontra con i suoni stridenti e acidi della chitarra di Berg ma crea un equilibrio perfetto di incastri e voci che si rincorrono e si fondono come l'acqua dolce di un fiume con l'acqua salata del mare. Le melodie popolari di Fate Bene Valzer lasciano spazio ad una danza quasi orientale con giri armonici di accordi aumentati e dissonanti della chitarra che creano una durezza sonora ancora più in contrasto con un piano che sa essere romantico e sente le contaminazioni di un jazz latino. Andando avanti sono le armonie più classiche che si intrecciano e richiamano le melodie di Bach, in particolare il clavicembalo ben temperato con suoni netti, duri e staccati per approdare a romantiche melodie che rievocano uno Schubert contaminato da canti popolari. Non mancano spazi per la tristezza di suoni che scivolano in nostalgiche blue note. Lutte Berg con la sua chitarra senza tasti scorre su passaggi di semitoni che riempiono l'atmosfera di melodie malinconiche. Landskap è flusso continuo di musica, come una cascata che passa attraverso paesaggi incontaminati e culture popolari.
Francesca Maiolino (15.11.09)