A propos de >> Yes - Teatro Tenda a Strisce 4.11.09
Musica a 360 giri
Un diluvio così forte su Roma è sempre un evento da ricordare, così forte da non riuscire a vedere a due metri dalla macchina. Il rumore forte e assordante della pioggia riusciva anche a nascondere le note di And you and I che le casse dello stereo in macchina sputavano fuori a un volume quasi... imbarazzante. Mentre guidavo verso il luogo del concerto, pensavo a cosa avrei potuto scrivere su gli YES che non risultasse già sentito e ridondante. Credo nulla se non ripetere fino alla nausea che gli YES come i Genesis, Emerson Lake and Palmer, King Crimson, fanno parte della storia del Rock, della storia della musica del secolo passato. Rock Progressivo o Rock Sinfonico come viene chiamato in Italia, musica che non ci si stanca mai di ascoltare, se vi piace il genere, e che getta quella grande separazione epocale tra la musica degli anni sessanta settanta e l'arrivo degli anni 80 con il dark e la musica elettronica. Gli anni settanta erano un grande periodo di sperimentazioni sonore e di idee grandi, spaziose con la voglia di unire il rock alla grande tradizione della musica classica legandola al jazz e improvvisazione, ed è in questa atmosfera che gli YES iniziano a muoversi. All'attivo 19 albums in studio che vanno dal 1969 al 2001 passando indenni a tutti i vari cambi di gusti musicali, sapendosi adattare bene ai tempi, vedi i tre albums 90125 e Big Generator e Open your Eyes, per poi tornare alle loro sonorità più classiche, ovvero lunghe suites di 15 minuti e passa, di controtempi, di un uso della voce più come strumento che linea melodica. In tutti questi anni, decenni, molti artisti si sono avvicendati nel gruppo per dare sempre vita al nome YES e questa scelta ha portato alla fine ad avere come conta finale 17 membri che in un arco di 32 anni hanno dato lustro e onore a questa band.
Gli YES arrivati a Roma, sono un quinto della band originale formata dall'immancabile Chris Squire al basso, Steve Howe alla chitarra e Alan White alla batteria. La grande voce di Jon Anderson è stata sostituita dal giovane Benoit David canadese e cantante della più famosa cover band degli YES. Alle tastiera non c'è Rick Wakeman ma il suo adorato figlio Oliver Wakeman. Un palco molto sobrio e scarno accoglie con regolare puntualità la band che inizia con la grande Syberian Katru però in maniera un po' impacciata, forse risentendo molto della qualità dell'audio sia del Tenda che del loro tecnico audio decisamente non adatto ad una band così. Problema che si protrarrà per tutto il concerto con il basso di Chris Squire a volte altissimo, a volte inesistente, le tastiere di Wakeman alcune inesistenti, alcune al limite dell'udibilità. Steve Howe accompagnato spesso da problemi di ritorno del suo audio tanto da dover richiamare il tecnico audio per dare un livello al sua spia audio sul palco. Però l'impatto è enorme, sono loro, lì su quel palco di quel Tenda sperduto nella periferia romana davanti a mille persone sedute mentre fuori il diluvio inonda la città. Partiti quindi un po' sottotono, riescono dopo tre brani a rimettere in sesto il loro sound e la loro enorme maestria e la serata cresce, cresce così tanto che gli applausi durante l'esecuzione dei brani non si contano.
L'apoteosi si raggiunge con i brani And you and I, Roundabaout, Heart of The Sunrise, South Side of The Sky, I've seen All Good People. Sono compatte, precise, la voce di Benoit David è molto simile a quella di Jon Anderson tanto da sembrare a volte realmente il cantante originale della band. Molto apprezzata dal pubblico la scelta di eseguire due brani dall'album Drama, ovvero Tempus Fugit e Machine Messiah che fanno risuonare nelle orecchie e nella mente un metal progressive in embrione. Chiude il concerto una grandissima Your's Is No Disgrace eseguita in maniera maestrale. Alla fine sotto un applauso e urla del pubblico, ci si sente contenti di aver visto questi "vecchietti" sul palco suonare ancora alla grande e rendere onore a quel sound che negli anni settanta ha creato le basi della musica a venire.
Un ringraziamento va anche all'organizzatore della serata, Guido Bellachioma, sia per aver portato ancora una volta in Italia una band come gli YES, ma anche per essere salito sul palco prima del concerto ed aver parlato un po' dei trascorsi musicali degli YES e della musica progressive in Italia, tanto da farci sentire a nostro agio, come se fossimo tutti a casa sua seduti a parlare di musica. Grazie ancora per questa serata e le emozioni che abbiamo avuto.
Claudio Lodi (22.11.09)
Scaletta del concerto per sapere cosa vi siete persi :
Siberian Khatru
I've Seen All Good People
Tempus Fugit
Onward
Astral Traveller
And You And I
Steve Howe acoustic set
Owner of A Lonely Heart
Machine Messiah
South Side of The Sky
Heart Of The Sunrise
Roundabout
Yours Is No Disgrace