La Soffitta >> Demetrio Stratos, lo sperimentatore vocale
Gruppi, dischi, storie e personaggi che hanno fatto la storia della musica!
Di molti cantanti e musicisti si può dire che sono stati eccezionali, innovatori, che hanno reinventato il modo di fare musica, o che hanno trovato nuove forme espressive per il canto. Basta dare un'occhiata alla nostra "Soffitta" per ritrovare i nomi di cantanti e gruppi che sono a pieno diritto entrati nella storia della musica leggera italiana.
Talvolta ci si spinge fino a dire che questo o quell'altro cantante, o gruppo, o musicista, è stato "unico". E' un'affermazione impegnativa, perché ogni essere umano è unico, ma nessun essere umano può sottrarsi all'influsso degli altri, che agisce su di lui anche a sua insaputa.
Per Demetrio Stratos, invece, possiamo tranquillamente affermare che è stato unico, perché nessun altro cantante, a memoria d'uomo, può reggere il confronto con lui per quanto riguarda lo studio delle potenzialità di quel meraviglioso strumento che ciascuno di noi porta sempre con sé: la propria voce.
Ma andiamo per ordine, e torniamo a quel relativamente lontano 1945, anno di nascita di Demetrio Stratos. Nacque ad Alessandria d'Egitto, da una famiglia greca; già dalla nascita è presente in lui un certo cosmopolitismo, che più avanti si accentuerà ancora. Alessandria d'Egitto, culla della cultura e crocevia d'incontro di etnie e culture diverse, era anche luogo di iniziative musicali, una posizione ideale per un appassionato di musica. La famiglia di Demetrio era ortodossa, e lui fin da bambino imparò a conoscere i canti religiosi bizantini, oltre alla musica araba tradizionale. Cominciò subito a frequentare il conservatorio, studiando il pianoforte e la fisarmonica, e continuò fino a dodici anni, quando il colpo di stato di Nasser ai danni di re Faruq cambiò sensibilmente la situazione politica in Egitto. Si trasferì a Cipro. dove continuò i suoi studi al Collegio Cattolico di Terra Santa, e lì rimase per tutta l'adolescenza. A diciassette anni, ormai giovane universitario, si trasferì a Milano, iscrivendosi alla Facoltà di Architettura. Ma la sua vera passione era ancora e sempre la musica, e fin dal 1963, ad appena diciotto anni, formò vari gruppi musicali, per poi approdare a quello dei Ribelli. Nel 1972 fondò il famoso gruppo degli Area, che gli ha dato la massima celebrità. Gli Area erano un gruppo socialmente impegnato, oltre ad essere ricercatori di una musica più avanzata e globale, e talvolta erano anche aspramente criticati per le loro idee politiche. Un ambiente ideale per una persona aggressiva e desiderosa di novità come era Demetrio.
Il primo album del gruppo era intitolato Arbeit macht frei, (in tedesco "Il lavoro rende liberi") ripreso dall'insegna che con grottesca ironia era posta all'ingresso dei campi di concentramento nazisti. Il titolo stesso suscitò qualche polemica, perché a prima vista poteva sembrare un'esaltazione delle idee naziste; ma in realtà è completamente l'opposto! Il primo brano dell'album era Luglio, Agosto, Settembre (nero): un brano incisivo e volutamente provocatorio, eseguito con melodie ispirate agli arabi, seguite da veloci improvvisazioni, cambiamenti di ritmo, ed accompagnate da un testo duro e dal forte impatto emotivo.
E' interessante riportare alcuni brani di un'intervista rilasciata da Demetrio nel 1974: Intervista a Demetrio Stratos in occasione del concerto tenuto dagli AREA a Saluzzo nell'estate del ‘74
"...ognuno portava un'esperienza particolare...uno diverso dall'altro...si è cercato di fare una musica stile totale...Io vengo dalla Grecia, uno ha avuto esperienze di musica elettronica a Londra, due vengono dal jazz, uno dalla musica contemporanea...e cerchiamo di fondere...di avere un connubio tra dodecafonia magari e rock, fra rock e musica balcanica,...e frutto di questa esperienza nasce un gruppo che si chiama Area..."
"Secondo me non c'è bisogno oggi...diventa romanticismo...spiegare questo tipo di musica; in chiave di lettura ci sono cinque musicisti che hanno una rabbia repressa perché hanno suonato per tanti anni quello che volevano i padroni. Anche oggi per esempio un musicista in Italia per suonare in un locale deve fare il programma che impone il padrone."
In quegli anni, che vanno dal 1972 al 1979, comincia la ricerca sperimentale sulla voce umana come strumento musicale. La ricerca è appoggiata nientemeno che dal CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nella sua sezione di Padova. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è un Ente pubblico nazionale con il compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese. Collaborare con un simile Istituto è quindi un impegno non da poco, oltre ad essere un' attività di elevato interesse scientifico.
Stratos compie diversi esperimenti, e tra l'altro ottiene due risultati finora ineguagliati: riesce a portare la propria voce fino a frequenze mai udite, e riesce addirittura ad emettere contemporaneamente più suoni, di frequenza diversa, come in un brano polifonico cantato da più persone.
Per comprendere il primo esperimento, diamo qualche rudimento sulla tecnica canora. Sappiamo tutti che i cantanti sono classificati in base alla loro estensione vocale, cioè la gamma di frequenze che riescono a riprodurre. Perciò, dai più bassi ai più acuti, abbiamo bassi, baritoni, tenori, contralti, mezzosoprani, soprani. Ciascuna voce ha un'estensione di circa due ottave (un po' più alta per le voci femminili), il che significa che il rapporto tra la massima e la minima frequenza di emissione vocale è uguale a 4 (5 per le donne). Il suono più basso di un basso ha una frequenza di circa 88 Hz (Hertz, vibrazioni al secondo), mentre quello più acuto di un soprano ha una frequenza di 1175. L'estensione totale della voce umana va quindi da 88 a 1175 Hz. Con gli strumenti musicali naturalmente si riesce ad ottenere gamme di frequenza superiori. Lo strumento musicale con la gamma di frequenza più ampia è il pianoforte da concerto, che spazia da una frequenza minima di 27 Hz fino alla massima di 4186 Hz. Ciò si spiega facilmente esaminando la tastiera di un pianoforte, che è composta di circa 90 tasti. Poiché un'intera ottava è composta da 12 tasti (7 bianchi e 5 neri), se ne deduce che l'estensione di un pianoforte è di 7 ottave e mezzo, mentre quella totale della voce umana arriva all'incirca a tre ottave e mezzo.
La straordinaria esperienza di Stratos è che è riuscito ad arrivare ad una frequenza di ben 7000 Hz, di gran lunga superiore non solo alle voci umane codificate, ma anche a quella di qualunque strumento musicale! L'estensione della voce umana arriverebbe in questo caso a circa otto ottave, superiore a quella del pianoforte. Per aggiungere un dettaglio non trascurabile, alcune orecchie (in particolare maschili) non riescono neanche a sentire una frequenza così elevata. Ecco perché possiamo dire che Stratos è stato decisamente unico. Alcuni di questi esperimenti sono riportati negli album Cantare la voce e Metrodora
Un altro eccezionale esperimento è stato quello di riuscire ad emettere contemporaneamente con la sola voce più suoni di frequenza diversa, un po' quello che accade quando si premono più tasti di una tastiera. Stratos riuscì ad arrivare a tre suoni contemporanei, ed affermava di poter arrivare a quattro. Cosa riuscita unicamente ai monaci tibetani ed ad alcuni cavalieri mongoli.
Anche per Demetrio Stratos, morto per una grave malattia ad appena 34 anni, ci si domanda cosa sarebbe riuscito a realizzare se fosse vissuto di più. Proseguendo nelle sue sperimentazioni, forse avrebbe fatto altre scoperte sulla voce umana, talvolta legata a schemi rigidi e convenzionali anche per necessità di cassa. Dalla sua morte sono trascorsi 30 anni, e finora non risulta che ci sia qualcuno che ha raccolto la sua eredità. Possiamo solo sperare che un giorno il mondo ci regali un altro uomo come lui.
Giovanni Vitagliano (20.12.09)