Recensioni >> Brian Setzer Orchestra
In questo periodo dove la musica è esasperata da soluzioni e registri elettronici e sintetici, che spesso impoveriscono il suono più che arricchirlo rendendo tutto artificiale e sterile, con la Brian Setzer Orchestra ritorniamo alle radici. Per chi non li ha mai ascoltati saranno una fantastica novità, per chi li conosce una sicurezza.
Rock and Roll, swing, improvvise virate verso il jazz ed il blues, suono da big band, corale ed erotico, spesso aspro e tambureggiante. Famosissima negli States (vincitrice di 3 Grammy Award), propone una musica che viene dal cuore, che è presente nel nostro Dna, che ci fa pensare a vecchi film, agli happy days.
Ma facciamo un passo indietro. Chi è Brian Setzer che dà il nome all'orchestra? Brian Setzer è un musicista newyorchese che comincia la sua evoluzione musicale non come chitarrista, ma come eufonista, uno strumento a fiato simile al basso tuba ma di un'ottava più alto come registro. Già negli anni dell'adolescenza assiste spesso alle performance di grandi musicisti nei fumosi jazz-clubs di New York. Proprio lì comincia a cullare un sogno, quello di creare una sua band di fiati. A questo sogno durante gli anni '70 aggiunge, con l'ondata creata dalla musica punk, di immettere elementi più aspri, dissonanti e duri. Imbracciata la sei corde, dobbiamo dire in maniera brillante, crea gli Stray Cats, una band rockabilly con la quale scala le classifiche della Billboard americana con 9 album di successo, durante tutti gli anni '80 e i primi '90.
Proprio nel 1994 Brian, in totale rottura con questi ultimi, decide di accostarsi ad una musica d'insieme più swing e forma la sua Brian Setzer Orchestra. Dopo dieci album e centinaia di spettacolari show è diventato un idolatrato dio della chitarra conosciuto in mezzo mondo (ma praticamente sconosciuto in Italia). Non è importante se ascoltate il primo disco (1994 The Brian Setzer Orchestra), o l'ultimo (2009 Songs From Lonely Avenue) perché si va sul sicuro.
E' una musica che si ascolta a vari livelli. Il primo è quello emozionale. Siamo colpiti dalla spensieratezza delle polverose melodie swing, dai ritmi incalzanti dalle canzoni che appartengono praticamente alla storia della musica. Il secondo livello è più ragionato, capiamo che non sono solo canzoni allegre e spensierate, ma che ci troviamo di fronte a dei musicisti quantomeno talentuosi che creano una musica corale e ricca, precisa ed imponente, lasciando al tempo stesso lo spazio a Mr. Setzer, cantante e chitarrista, di esprimere le sue qualità. Ed è proprio qui che arriviamo al terzo ascolto. La voce di Setzer è a metà fra un roco cantante jazz e blues, un rotondo e romantico Elvis Presley ed un aspro e frizzante rocker. Invece la sua chitarra è veloce, pulita nei passaggi e sprezzante. E' si questo giovane cinquantenne è un gran pallone gonfiato della sei corde. Non fatevi ingannare dal suo ciuffo biondo anni '50, praticamente passa da melodici e soffici arpeggi a furiose cavalcate elettriche veloci e ritmiche, dove sembra avere il fulmine nelle mani elettrizzando da 30 anni le platee di mezzo mondo.
Il mio brano preferito nella sua ricca discografia è presente in Vacuum del 2000, si intitola Drive like crazy (Crashing like thunder) (letteralmente "Guidare come un pazzo - schiantarsi come un tuono") dove nella strofa fa il verso ad Elvis, al machismo erotico con cui ha fatto impazzire milioni di fans. Ma nel ritornello si incupisce, diventa aspro e maligno. La chitarra insieme alla voce digrigna i denti e ci spinge ad ascoltare insieme all'orchestrazione tambureggiante, dove andrà a schiantarsi con la sua ragazza. Chiaramente è tutto molto ironico ma per quello che mi riguarda, nella sua chitarra io sento, rabbrividendo, il suono delle lamiere contorte di una Cadillac Eldorado 1950.
Antonio Bonansingo (24.1.10)