A propos de >> Big Ukulele Night, IV - The Place
Musica a 360 giri
Iniziata in sordina e senza troppe pretese, la Big Ukulele Night (qui alla quarta edizione) è diventata ormai un appuntamento regolare e a cadenza mensile nel panorama musicale romano. Come ormai capita sempre più spesso, varie personalità con la passione per il piccolo strumento hawaiiano sono state riunite da un social network, creato ad hoc dall'ukulelista romano/fiorentino Andrea Bigiarini. Bigiarini tra l'altro non è mai intervenuto a una di queste serate, contribuendo così a un'alone quasi leggendario attorno alla sua figura.
Vero artefice della Big Ukulele Night è però Adriano Bono, musicista romano che si è già distinto in passato con la formazione Radici nel Cemento e che ora offre un percorso nella musica giamaicana e caraibica con la Minima Orchestra. Un gruppo dunque "ukulele-centrico", attorno al quale ruotano basso (Damiano Cuccuru) e batteria (Michele Accardo) in grado di suonare e di "giocare" con il calypso con un affiatamento ritmico e armonico davvero invidiabili.
L'idea di Adriano Bono è stata semplice ed efficace: offrire agli appassionati romani di questo strumento accessibile e dalle sonorità molto interessanti un luogo di incontro, uno spazio in cui scambiare le idee e soprattutto un open-mic in cui esibirsi, all'inizio con risultati forse dubbi ma che con il tempo stanno diventando sempre più entusiasmanti. I genere e le lingue di esecuzione sono vari e andiamo dai blues di Max Forestieri ai duetti di Pasta & Patate con le loro canzoni originali che richiamano a sonorità che ricordano il rock leggero degli anni '50-'60. Proseguiamo con i brani strumentali di Luca J. Tomassini in arte JonTom (l'unico insegnante di ukulele a Roma di cui chi scrive è a conoscenza) e Simone Lavacca, diventato ormai un beniamino del pubblico affezionato alla Big Ukulele Night. Di volta in volta questa folla raccoglie sempre nuovi adepti che non temono di mettersi in gioco e di mostrare pubblicamente la loro passione coltivata quasi di nascosto.
Appuntamento fisso e centrale della Big Ukulele Night è la Minima Orchestra con le sue atmosfere caraibiche non prive di incursioni estemporanee nel territorio dei Clash (White Riot) e dei Ramones (Blitzkrieg Bop). Non mancano canzoni originali: La donna mia, con la descrizione di una fidanzata molto gelosa ("che quando ce se mette è peggio d'un carabiniere") e Bella ciccia sono molto apprezzate dal pubblico nel loro ritmo trascinante e nel linguaggio semplice e inequivocabile.
Il bello delle Big Ukulele Night è che offrono sempre una sorpresa. Un appuntamento ricorrente sono ad esempio le danze hula di Gail Roberts (assenti in questa edizione). In questa occasione sono però intervenuti gli Ethn'n'roll, che offrono una formazione di ukulele, voce, basso, batteria e percussioni. Loro punto di riferimento è il progressive degli anni '70, condito con atmosfere folk e da intermezzi poetici, rigorosamente in italiano. Un gruppo dunque davvero interessante che sembra aprire una camera temporale su un epoca di rivolta ormai non più riproducibile.
A conclusione di ogni Big Ukulele Night si svolge una lotteria a sostegno di Paul Moore, musicista israeliano e inventore del progetto Ukuleles for Peace. Lo scopo di questo progetto consiste nel far suonare insieme bambini israeliani e palestinesi nella speranza che un giorno, come ha detto lo stesso Moore "non si sparino a vicenda" ricordandosi di questo periodo insieme. Grandi cose che anche uno strumento piccolo può fare.
Mauro Corso (31.1.10)