Settimanale, anno 17 - n. 20
Mar, 3 Dicembre 2024

A propos de >> 'U PAPADIA

Musica a 360 giri

Lunedì 25 gennaio,  Auditorium Parco della Musica. Nella sala Teatro Studio, per la quarta serata della rassegna Generazione X dedicata a Maurizio Viola, 'U PAPADIA presenta il suo nuovo progetto discografico LA PERONOSPERA
Sofferente e contemporaneamente pieno di rabbia "i dolori di tutte le ferite che non guariscono mai", racconta la morte, la propagazione della malattia senza scampo per l'uomo condannato, una macchia che si allarga incarnando un senso di inquietudine e depravazione sociale. Apre la serata Alessandro Orlando Graziano. Una voce corposa e profonda di un' impostazione lirica che però non si sposa bene con le canzoni che scrive. Monotono e noioso Alessandro cerca di nascondere l'emozione, ma la sua insicurezza sul palco lo tradisce.  Alessandro si accompagna a tratti con un violino elettronico che non segue ritmo e che a malapena sa tenere in mano. Manca fluidità ed è assente la complicità con il suo pianista. Una performance cantautorale davvero di basso livello.
Dopo un breve intermezzo di Peppe Servillo entra in scena il tanto atteso 'U Papadia. Umberto ‘U Papadia è un percussionista  e dà voce a tutti i suoi brani. Ritmo urlante e movimento per i suoi brani che sono cantati interamente in dialetto salentino.  Umberto 'U Papadia nasce in Germania ma sente un legame profondo con la sua terra di origine il salento, terra dalla quale i suoi genitori sono emigrati. Vivendo con sofferenza il distacco con la Terra Rossa decide di dedicarle l'intero album. Quello con il Salento è un legame che non si è mai rotto come dimostra la passionalità e la fierezza con cui si impossessa del calore di questa terra e del ritmo dei balli popolari.
Ad accompagnarlo sono Lorenzo Venza Fire alla chitarra elettrica, Manuel Francisci al basso elettrico e Armando Guit Serafini alla chitarra acustica  e  al bouzouki, uno strumento musicale greco, un cordofono le origini risalgono all'antico strumento pandura e che richiama le sonorità popolari che si muovono tra i profumi e i colori della Terra Rossa offrendo originalità alla musica ed alla formazione stessa.
Recuperando la tradizione della Puglia profonda che si muove tra balli e canzoni salentine ‘U Papadia tinge la pizzica di sonorità ska, impastando rock, sonorità orientali e armonie etniche.
L'entrata in scena di Teresa De Sio offre corposità e scalda ancora di più la musica. Da grande artista la De Sio conquista il palco con la sua spettacolare figura e la sua splendida voce. Canta con Umberto un paio di pezzi e si concede il palco da sola giusto il tempo per invitare il diavolo a ballare. Passionale ed intensa regala emozioni. Il concerto prosegue con 'U Papadia ora molto più carico. Il ritmo prende fuoco e  la gente inizia a ballare sotto il palco. 'U Papadia canta la triste condizione umana, storie dentro le quali parla di sé, della sua vita. Recuperando anche il tema della prostituzione lascia spazio al lamento di una donna costretta a vendersi. Un tema che rievoca subito "Ebano" dei Modena City Ramblers.
Il richiamo evocativo di Eisha, la tristezza di  Dimme l'ura ,la rabbia di Santu nuddu , i rulli e percussioni di  De la capu nfatisce lu pisce e Cuccuvascia. U'Papadia è tutto questo.  Al movimento, al ritmo etnico, al rap si aggiunge la Germania con un freddo testo che contrasta con il calore della musica. È cantando la condizione degli immigrati in Germania che la sera dopo il lavoro si ubriacavano e giocavano a morra che 'U Papadia decide di chiudere il concerto, ancora una volta ricordando la sofferenza della condizione umana.

Francesca Maiolino     (31.1.10)