Recensioni >> Bad Apple Sons
Bad Apple Sons e la rinascita del rock made in Italy.
Questo è il titolo che meritano questi 4 coraggiosi ragazzi toscani. La piccola
provincia italiana e le sue strette catene, fatte di falsità, ipocrisia, bugie,
spingono i nostri, circa due anni fa, ad imbracciare solidi strumenti. Portano
in giro le loro canzoni nella speranza di trovare chi potrà dargli la
possibilità di realizzare un cd con una discreta distribuzione. Con l'aiuto di
A Buzz Supreme realizzano il loro omonimo album di debutto composto da dieci
tracce.
Feedback ed echi fanno da tappeto sonoro per l'ingresso
nel mondo creativo dei Bad Apple Sons, per poi tuffarsi nella danza maledetta
di The claim. Atmosfera thriller, ritmi incalzanti, voce filtrata preparano
l'esplosione rock del finale. L'aggressività non è ostentata ma fresca come la
mela che ha dato vita ai membri della band. Back room facials è indolente, ripetitiva
nell'intreccio, il crescendo ci porta a una dolce apertura melodica, questi
ingredienti fanno della traccia un'ottima canzone. Non mancano i momenti più
riflessivi e la riuscitissima Whales are watching dà modo di stemperare gli umori
tesi del cd. La chitarra torna a spingere l'acceleratore con il riff iniziale
di Namby Pamby, mentre la voce di Clemente Biancalani guida la rivolta portando la
band a sane esplosioni rumorose. Sono ottimi conoscitori degli artisti
dell'avanguardia rock internazionale e sanno bene come arricchire il loro
contesto rock con elementi meno convenzionali. La sezione ritmica è solida,
tenace, regala energia a tutto il disco. Il cantato si lega alla perfezione con
le semplici ma efficaci trame chitarristiche.
Un cd che riesce a dissetare gli appassionati di un rock
più energico e a soddisfare chi cerca volti nuovi nel panorama cementato degli
indipendenti in Italia.
Qui trovi la video intervista da noi realizzata con il gruppo nel settembre '08
Claudio Donatelli (28-02-10)