Recensioni >> The Dead Weather - Sea of Cowards
Jack
White, Alison Mosshart, Dean Fertita, Jack Lawrence hanno graffiato muri,
scalfito con le unghie gli strumenti e questo rumore è totalmente defluito nel
suono di Sea of Cowards.
Questo è il loro secondo album: una serie di graffi alle orecchie. La voce di Alison Mosshart è graffiante scura e
Il drumming di Jack White è secco e tirato e si unisce perfettamente al basso
di
Lawrence
che picchia profondo.
La
chitarra di Fertida, come la voce di Alison, non dà tregua, è sempre li ad
intrecciare riff,
melodie,
rumori ed è proprio questo che colpisce di questo nuovo album: la compattezza
del
suono.
Rispetto al loro primo album Horeound, hanno sviluppato un suono ed una composizione
più
dura ed omogenea. Il basso e la batteria sono come un muro pronto a caderti
addosso e a
schiacciarti,
i loro suoni penetrano nello stomaco e ti tengono sospeso.
Nei
due brani Blue Blood Blues e The Difference Between Us sperimentano l'uso di un
sintetizzatore
stile anni 80 che ricorda forse le sonorità del suo gruppo principale: un
territorio
facile
per Jack White.
Gasoline è forse uno dei
migliori brani blues ascoltato ultimamente, con la
voce
di Allison acida e cupa. Nel brano Jawbreaker il gruppo rispolvera e riporta a
pura realtà
sonora
quel sound garage molto anni 80 che proveniva dall'Australia.
Chiude
l'album una splendida Old Mary dal vago sapore tarantiniano ma con una forte voglia di
sperimentare.
Sea of Cowards è
proprio questo: un puro album di rock scuro e cupo, tirato
violento
e già questo basterebbe per dire "va bene ci piace e ti meriti anche un bel
voto"; ma Jack
White
ed amici si sono messi in discussione, hanno esplorato, sono andati oltre il
semplice album
rock,
si sono messi a nudo con le loro influenze e si sono detti: "ora suoniamo!".
La
loro
alchimia
potrebbe effettivamente portare un cambiamento nella scena rock‐Indie di questo
periodo
perché non gli manca nulla, 4 grandi musicisti, e la voglia di suonare cosi
vera e pura che a
volte
non ci credi. Ma basta mettere su il CD, premere Play e tutti i dubbi
scompaiono! In quel
momento
ti accorgi che loro si sono divertiti a suonare!
Ad averne di gruppi cosi, ad averne.
Claudio Lodi
(20.6.10)