Settimanale, anno 17 - n. 18
Gio, 21 Novembre 2024

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Musica a 360 giri

Fanno 40 gradi e io corro come un matto alla stazione dei treni perché entro due minuti il treno partirà. Mi accorgo che il treno non è al binario 1 ma al binario 1PE (alla fine del binario) e sento che non ce la farò.
Mentre lo penso, corro con il corredo fotografico sulle spalle e vedo il treno piano piano allontanarsi sotto il sole bollente. il treno se ne va... è un classico per il blues. Il treno è sempre ricorrente nelle strofe delle canzoni che per 100 anni hanno accompagnato il Rock, Blues, Jazz.
In effetti la destinazione di questo viaggio e del treno perso era Pistoia in Toscana, con il suo Pistoia Blues che da decenni scandisce annualmente la musica in Europa e nel mondo con concerti dei più grandi artisti.
La gentilezza dell'organizzazione si è dimostrata alla pari con la bellezza di Piazza del Duomo, con il battistero, il palazzo pretorio e la torre campanaria.
I colori e la tranquillità intorno a me, mi mettono a mio agio. Uno stand di vendita di Cd, poi mi mette veramente di buon umore e alla fine andrò via dalla piazza con qualche Cd nello zaino.
Ecco l'apertura del Festival che in una settimana porterà nella piazza i più grandi musicisti del pianeta; la prima serata è dedicata al Progressive Rock con gli Astra, North Atlantic Oscillation, Anathema e Porcupine Tree.
Con la piazza già semi piena gli Astra aprono la serata con i loro mix di psichedelia, art rock, progressive, lunghe cavalcate musicali con tastiere ed assoli di moog. Una grande grande sorpresa, al loro primo album e provenienti da una città, Seattle, che fondamentalmente ha poco da dire nel panorama del progressive rock mondiale. Ma la loro bravura e le loro influenze sono ben marcate e presenti !
The Weirding
è il loro primo album proposto durante il concerto, dove sono stati capaci di estasiare il pubblico con tre brani The Weirding e Oroborous e la cover dei Pink floyd Empty Spaces da The Wall.
Veramente una bella scoperta che speriamo di poter rivedere in Italia presto.
I North Atlantic Oscillation, giovani di Edimburgo con all'attivo un solo album prodotto da Steven Wilson dei Porcupine Tree, non riescono ad incantare il pubblico nello stesso modo degli Astra. Forse dovuto ad un suono non adatto alla serata e forse anche da una non enorme partecipazione tra Band e pubblico che ha reso tutto forse un po' troppo una esecuzione dei brani. Ma la loro musica non è male va detto! Un miscuglio, un amalgama tra Radiohead e la scena indie inglese e il classico progressive sound che, se gestito bene, può tirar fuori delle grandi cose e sperimentazioni. Mi sono infatti ripromesso di sentire il loro album e recensirlo al più presto.
Il buio comincia a calare sulla piazza che si illumina di quei colori caldi del bianco del battistero e dell'ocra dei palazzi intorno, e con un boato tra la folla Vincent Cavanagh sale sul palco. Sono gli Anathema e si vede!
Attivi dal 1990 con 8 album e tre raccolte, sono una band importante per la scena sia Ghotic Rock sia Progressive Metal perché riescono grazie alle varie influenze a toccare vari generi mettendo il loro marchio malinconico.
Il nuovo album, prodotto da Steven Wilson, cambia molto le loro sonorità ma sul palco riescono a regalare un'ora e passa di sano rock sudato e urlato. Vincent Cavanagh riesce a prendere il pubblico per le orecchie e catturare i loro occhi mentre dietro la band monolitica attraversa quasi venti anni di carriera.
Ma alle 22:30 precisi e puntuali tra le urla assordanti del pubblico che oramai ha riempito totalmente piazza del duomo , Steven Wilson , Richard Barbieri, Colin Edwin e Gavin Harrison nel buio del palco fanno esplodere la piazza con le chitarre di Occam's Razor e il concerto ha inizio! Per quasi due ore l'ultimo album del gruppo ovvero The Incident viene suonato senza pausa con Steven Wilson che da, oramai, rockstar si muove, canta e suona incamerando in se e mostrandolo al pubblico ben 50 anni di rock che spazia dai Led Zeppelin passando per i Genesis per i Black Sabbath fino ai Radiohead.
I loro concerti sono sempre delle perle di sonorità e bravura. Unico appunto alla serata forse è proprio la scaletta, un poì troppo incentrata sull'ultimo album che comunque la band aveva già fatto ascoltare in Italia qualche mese fa, e quindi ci si aspettava qualcosa di diverso. Ma sono minuzie, perché il piacere nel sentirli e nel vederli suonare è sempre enorme.
Pistoia Blues si evolve ogni anno quindi, e si vede dalle proposte aprendo anche ad altri generi musicali (come fece alla fine anche il Montreux Jazz Festival).
I puristi del Blues sicuramente non saranno contenti di questo ma va detto che la musica è la forza di questa rassegna che alla fine ci permette di vedere sempre della grande musica.

Claudio Lodi
(18.7.10)