Interviste >> Laura Lala
Amici lettori di SOund36 siamo oggi in compagnia di Laura Lala, cantante del Lala&Mangiaracina 5et.
Ci troviamo con Laura nella bellissima piazzetta del rione Monti in Roma e facciamo una bella chiacchierata con lei.
S36: Ciao Laura, intanto benvenuta. So che tieni molto a questo quartiere, come mai?
L: Intanto questo quartiere mi fa fare sempre dei successoni. Quando vengono i miei amici a trovarmi li porto qui.
Ho conosciuto questo posto grazie al St.Louis College (che si trova proprio alle spalle ndr) e trovo che sia bellissimo.
E poi è proprio la dimensione di questa piazza ad essere molto carina; se tu lo frequenti ti accorgi che qui si riuniscono spesso le stesse persone. Per esempio, prima, quando sono arrivata, un ragazzo mi ha salutata, ebbene quel ragazzo l'ho conosciuto proprio pranzando ogni giorno su quei gradini, dopo alcune volte che ti vedi scambi 2 chiacchiere e questo secondo me è una cosa bellissima specialmente per chi arriva in una città grande e nuova, sicuramente il primo impatto è di forte solitudine.
Sono a Roma da 5 anni ed ho trovato qui, in questa piazza, un posto che posso sentire mio. Ha dalla sua la bellezza dei palazzi antichi che mi riporta a Palermo, la mia città natale. Casa mia era infatti in pieno centro quindi ho ritrovato qui l'atmosfera di casa.
S36: Qual è il tuo genere musicale? Come lo definiresti?
L: Domanda difficilissima. Posso definirla un vestito comodo per me. Non saprei dire che genere musicale è, indubbiamente il fatto che venga associato al jazz lo capisco perfettamente perché è fatto di improvvisazione soprattutto a livello strumentale ed anche perché ho trascorso 15 anni della mia vita ad ascoltare quasi esclusivamente jazz.
Mi sono imbattuta nel jazz per caso e sono stata folgorata perché ho trovato finalmente un genere musicale che mi somigliava in qualche modo più che altro perché era quello che in quel momento avevo necessità di ascoltare con quella purezza, quella profondità, quella serietà che lo contraddistingue.
Nel jazz puoi fare come vuoi tu: in qualche modo devi conoscere la musica ma poi puoi esprimerti, puoi essere te stesso e questo secondo me è l'aspetto più democratico del jazz.
Dopo il jazz nelle mie canzoni c'è la matrice dialetto, che è la musica popolare che per me è una questione di identità e di radici.
S36: Il tuo gruppo da chi è composto? Ci presenti gli altri componenti del gruppo ?
L: Quando possiamo siamo un quintetto.
Sade Mangiaracina non è una semplice componente ma è parte del progetto, tant'è che parte delle composizioni del disco non sono mie ma sono sue con i miei testi.
Poi abbiamo Diego Tarantino al basso, un ragazzo di Palermo che ha sposato completamente il progetto tanto è vero che lui in ogni circostanza possibile prende un aereo e viene a suonare con noi.
Nel disco abbiamo anche Claudio Mastracci alla batteria, batterista di grandissima esperienza che per noi è stato di grande esempio per la sua gentilezza d'animo inoltre ci ha dimostrato che un professionista può mantenere quella freschezza e quella voglia di aiutare un progetto giovane.
Poi quando suoniamo in quintetto chiamiamo sempre Marco Spedaliere al sax che ha suonato anche nel disco. Lui è un ragazzo napoletano disponibilissimo e che partecipa sempre con grande umiltà.
Partecipare per me significa aiutarci a credere perché la cosa veramente difficile, per la quale io e Sade ci spalleggiamo quotidianamente, è avere ogni giorno qualcosa che ti aiuti a credere e questo è veramente difficile.
Ci sono veramente tantissime persone che fanno musica e credere che la tua musica abbia qualcosa di speciale non è così semplice anche se hai tante persone che comunque ti riconoscono un valore.
S36: Parliamo del disco. Da dove nasce? Quando è stato il momento in cui vi siete dette " perché non lo facciamo" ?
L: Per parlare del disco dobbiamo parlare prima del progetto. C'è un episodio da raccontare.
Un giorno Sade mi chiama e mi dice "ho scritto un brano che ti somiglia devi assolutamente venire a casa mia a sentirlo", ovviamente sono andata a casa sua e lei ha cominciato a suonare questa cosa 1, 2 ,3 ,4, 8 volte e io comincio a sentire già in testa qualcosa "Aspetta aspetta Sade ho un'idea" prendo un foglietto di carta e comincio a scrivere delle parole esattamente come te lo dico. "Aspetta aspetta risuonala, proviamo questa frase, cantiamola". Insomma abbiamo iniziato così foglietto per foglietto, idea dopo idea a costituire un repertorio. Dopo passò un po' di tempo perché il produttore ci chiese una demo ed incidemmo questo piccolo demo con 16 brani e da quello scegliemmo 11 tracce che poi sono diventate Pure Songs (Ed Jazz Collection) ed è volutamente a nome sia mio che di Sade.
Avendo la possibilità di avere una special guest, senza pensarci, chiamai Salvatore Bonafede che per me rappresenta una persona fondamentale nella mia storia musicale. E' stata la prima persona che mi ha aiutata a credere che potevo fare veramente qualcosa con la musica.
Ho iniziato a studiare canto a 18 anni e mai avrei pensato che quella sarebbe diventata la mia strada. Sono stati Salvatore e Maria Pia De vito che mi hanno incoraggiato e quindi non potevo più fare finta di non vedere. Quando due persone del genere ti guardano negli occhi e ti dicono "Guarda che tu devi fare questo!" allora lì inizi a trovare un briciolo di coraggio sul quale puoi costruire.
S36: Progetti per il futuro?
L: Ambisco alla distribuzione di questo disco perché ci stanno facendo un po' penare.
S36: Avete girato anche un videoclip ?
L: Si abbiamo girato un video clip per andare in onda sui canali musicali. L'abbiamo fatto su S'iddu Moru perché è il brano che in assoluto riscuote più successo, quello che tutti si ricordano. Tra l'altro l'abbiamo girato proprio nel Rione Monti proprio nella piazzetta che mi è molto cara.
S: C'è un indirizzo internet dove ascoltare i vostri brani ?
L: Si! Li potete trovare sul mio myspace (www.myspace.com/lauralalapa) e su quello di Sade ed anche su iTunes. E' inoltre in programmazione su Radio1 dopo che abbiamo vinto il programma "Demo"
S36: Concludiamo qui questa piccola intervista e ringraziamo Laura Lala per la sua disponibilità e simpatia.
L: Grazie a voi
Fabrizio Caperchi (10.10.2010)
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