Recensioni >> Ulan Bator - Tohu-Bohu
Ulan Bator sono un gruppo francese che ha iniziato la sua lunghissima carriera nel 1993 a Parigi come duo composto da Amaury Cambuzat (voce, chitarra, tastiere) e Olivier Manchion (basso). Iniziarono a suonare, comporre e registrare in un luogo veramente inusuale, una vecchia e abbandonata miniera di gesso alla periferia di Parigi. Presto si unì a loro Franck Lantignac (batteria) che divenne il terzo membro permanente del gruppo.
Nel '95 arriva il loro debutto con l'album omonimo Ulan Bator, mentre nel '97 viene pubblicato 2 Degrés che regala loro critiche positive ed entusiastiche soprattutto in Francia e Usa.
I numerosi concerti e i grandi festival estivi che ospitano la band contribuiscono ad aumentare la loro popolarità in tutta Europa, compresa l'Italia.
Nel 2000 con la pubblicazione del disco Ego Echo, prodotto da Michael Girà (Swans, Angels off Lights) gli Ulan Bator arrivano ad un importante punto di svoltà. L'album negli USA viene sostenuto e distribuito dall'importante label Young God Records (Devendra Banhart, Lisa Germano...) e dopo il lungo tour seguito all'uscita dell'album si scioglie definitivamente il legame artistico tra Cambuzat e Manchion.
Nel 2009 Cambuzat fonda l'etichetta discografica Acid Cobra Records, rinnova completamente la line-up degli Ulan Bator e inizia a lavorare al nuovo materiale.
Ottobre 2010 esce Tohu-Bohu, settimo disco in studio per gli Ulan Bator, un concentrato di musica energica, dalle atmosfere sempre in tensione, alla continua ricerca di una nuova forma canzone, musica suonata liberamente con irriverenza, con un continuo sguardo al futuro.
New Game apre l'album con perfetti feed back, riff scarni e ripetitivi, e una natura mutevole che ha da sempre distinto il talento compositivo di Amaury.
Da molti anni gli Ulan Bator lavorano anche in Italia, hanno legami professionali e di amicizia musicale, la testimonianza di questo continuo scambio è presente soprattutto nelle canzoni più melodiche di questo album come Speakerine e R136A1.
Missy & the Saviour velocemente accompagna il parlato di Amaury tra tastiere e rullate pop per poi portare l'ascoltatore al centro dell'album.
A T e Tohu-Bohu sono le tracce più forti per tensione, rumore, rabbia. L'avanguardia musicale rock degli Ulan Bator si nutre del caos delle decadenti città e dell'ipocrisia delle persone che le vivono, l'assalto noise libero e senza schemi è liberatorio e necessario.
Il nuovo disco degli Ulan Bator è un lavoro intelligente, moderno e profondo, comunica onestamente usando varie forme ma sempre con grande intensità.
Claudio Donatelli (31.10.10)