Recensioni >> Ólafur Arnalds - ...And They Have Escaped...
...And They Have Escaped The Weight Of Darkness
L'Islanda
ha un qualcosa di magico, paesaggi immensi e scarni composti da
colori netti e duri, da una natura selvaggia e padrona dove l'uomo
è solo ospite rispettoso. Il clima rigido e inclemente porta le
persone a vivere in armonia, a volte forzata, con l'isola. Questo
modo di vivere si rispecchia nella musica e nella creatività che
esce dagli artisti che vivono in quei posti. Dai MUM ai Sigur Ros
passando per gli estremismi di Bjork. In tutte le loro creazioni si
sente, si percepisce un forte attaccamento alla terra, all'energia
che quei posti, quelle zone, riescono ad emanare.
Sicuramente
l'Islanda può essere considerata la nuova terra melodica dove
melodia, natura e creatività riescono a unirsi in un perfetto
melange. Da Olafur Arnalds venticinquenne nato in Islanda a
Mosfellsbæ,r vicino Reykjavík, arriva ...And They Have Escaped
The Weight Of Darkness, album inciso per la Erased Tapes.
Ex
batterista di gruppi metal decide di creare un percorso artistico che
lo porti ad unire le sue composizioni neo-classiche con la scena
elettronica e musica da camera che rende l'Islanda famosa nel
panorama musicale mondiale. Anche il Tour sostenuto di spalla ai
Sigur Ros è servito a portare al successo questo ragazzo che con la
sua musica riesce a creare atmosfere immobili, ferme, piene di colori
e nebbia ma anche di colori caldi e intimi come una casa in legno
riscaldata da un camino acceso.
Il
suo ultimo album non sfugge a questa descrizione, è l'album della
sua maturità musicale e si sente subito dalle composizioni, più
strutturate con pianoforte ed archi in evidenza.
La sua musica è
sempre al limite dell'intimismo e del malinconico, immagini
seppiate o desaturate che ricordano vecchie foto o paesaggi al
rallentatore con cieli immensi e grandi nuvole.
L'apertura
dell'album è in pieno stile Olafur Þú Ert Sólin e Þú Ert Jörðin, di vago ricordo Sigur Ros, il
pianoforte e gli archi accompagnano la nostra mente in viaggi dove
solo con il pensiero si può andare. L'andamento delle composizioni
ci porta però ad una soluzione positiva ed i suoni sono meno
malinconici e più solari come nei brani Undan Hulu e Þau Hafa Sloppið Undan þunga Myrkursins dove la
stupenda apertura degli archi nella parte centrale del brano sa
aprirti anche il cuore e farti respirare in profondità.
Sicuramente
un album non d'ascolto di tutti i giorni ma da sentire e vivere in
momenti di voglia di calore e colori, che essi siano sbiaditi o pieni
e duri in fondo sono sempre colori e sanno dare sempre emozioni
forti. Emozioni che Olafur sa regalarci con il suo pianoforte e le
sue mani.
Claudio Lodi (23.1.11)