Settimanale, anno 17 - n. 18
Gio, 21 Novembre 2024

SOund&Vision >> Remo Remotti + Curandero

Scatti d'autore per musica di qualità

Remo Remotti + Curandero + Presi Per Caso a Salotto in Musika - Beba do Samba (Roma)  
Foto e Testo: David Ghione   

 

Al Beba do Samba va in scena la prima della rassegna musicale Salotto in Musika, organizzata dall’etichetta “La Fabbrica” in partnership con Live in Babel e supervisionata dal direttore artistico Andrea Ruggiero.
La magia della serata inizia prima del previsto, quando un signore accigliato si siede al mio tavolo e comincia a lamentarsi: “Guarda qua, io sono preciso, sono arrivato puntale...m'avevano detto alle 10 e guarda sono le 10 e 30” poi sospira e aggiunge “aiutame a salì sul palco va, che cominciamo”. 
Senza guardarlo sorrido, la sua voce è inconfondibile, alzo la testa e lo saluto: “Ciao Remo, come va?”. Allora lo aiuto a salire sul palco, lui prende il suo libro e lo sfoglia come fosse parte di sè...lo show comincia.
L'artista della serata è proprio Remo Remotti, accompagnato dai Curandero, vincitori della prima edizione del Marte Live, nelle vesti di Emanuele Caputo con chitarra al seguito.
Remotti è l’abituale intrattenitore sfrontato, ironico, con i suoi testi che continuano ad insinuare una risata epidemica ed una vena di malinconia, trasmessa da occhi che hanno scrutato l'arte da tutti i punti di vista. Tra una lettura e l’altra Caputo ci accompagna con le sonorità tipicamente latine e spumeggianti dei Curandero. Accoppiata azzeccata e perfettamente riuscita.
Il tempo di rifocillarsi e sul palco salgono i Presi Per Caso, rock band nata circa otto anni fa all’interno delle mura del carcere di Rebibbia.
La band comincia la propria attività allestendo all’interno del complesso carcerario concerti per le famiglie dei detenuti e suonando da spalla a grandi artisti che prestano la propria immagine per solidarietà (Claudio Baglioni, 99 Posse, Modena city Ramblers ecc.).
Nel 2004 debuttano a teatro con il musical carcerario “Rabbuglio” che riscuote un enorme successo e la loro voglia di comunicare “il carcere in forma artistica per rompere il muro tra società dei reclusi e società dei liberi” sfocia nei concerti live. Le loro canzoni raccontano storie per l'appunto di carcere in maniera ironica, ma anche riflessiva, senza mai ostentare vittimismo.